Fino al 13 luglio il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, ospita “FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984- 2024”, progetto espositivo che nasce dalla lunga ricerca condotta dalla curatrice Fabiola Naldi intorno al percorso intellettuale di Francesca Alinovi, ricercatrice e critica militante, purtroppo scomparsa prematuramente nell’estate del 1983. «È stata colei che ha iniziato a riflettere sull’arte nello spazio urbano in un modo completamente diverso – racconta Fabiola Naldi – si parla quindi di writing americano. Lei è la prima europea ad agire all’interno del percorso del writing internazionale in maniera istituzionale, museale».

L’esposizione nasce infatti dalla volontà di ricordare il quarantesimo anniversario di “Arte di frontiera. New York Graffiti”, mostra ideata da un progetto di Francesca Alinovi la quale fu in grado di riconoscere nell’originaria forza spontanea dei writers una carica vitalistica mai riscontrata in altri movimenti.

“Frontiera 40”, la nuova mostra espositiva al MAMbo

A partire da questo ricordo, la mostra si sviluppa sul lavoro di 181 tra le migliori rappresentanze italiane dello Style Writing, 181 bozzetti inediti che testimoniano il processo creativo di diverse generazioni di writers italiani. Sarà possibile quindi vedere i disegni preparatori, gli sketches, che diventano dispositivi espressivi unici di ciascun autore e che costituiscono le testimonianze dell’evoluzione e della sofisticazione del segno. «La cosa che mi interessava era utilizzare un dispositivo non legato all’esterno, ciò che avviene in esterno rimani in esterno, a me interessava la parte più concettuale, più preparatoria, più intima e anche più teorica, da qui l’idea di utilizzare il disegno» racconta Fabiola Naldi.

Sono, inoltre, testimoni di come “il fenomeno dei graffiti”, così spesso definito in accezione negativa, rappresenti una disciplina complessa e densa di riferimenti culturali fra i più eterogenei. Scegliere il bozzetto come oggetto d’indagine vuole essere una sfida, un’occasione per entrare in punta di piedi nel processo stilistico di ciascuno degli autori che sono stati invitati a partecipare a questo progetto.

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«Il Mambo cerca di confermare questa su attitudine alla sperimentazione, all’apertura verso linguaggi dell’arte urbana e delle contro culture – racconta Lorenzo Balbi, direttore del museo – e lo fa sia in un ottica di celebrazione della mostra di Francesca Alinovi, sia cercando di indagare un possibile formato di una mostra di writing all’interno di un museo. Questa mostra va in questa direzione, vedere il museo come uno spazio aperto, urbano dove anche questi fenomeni dell’arte urbana possono trovare una casa, un ambito di interesse».

Si terrà anche un ciclo di incontri, a cura di Fabiola Naldi, che intendono intervenire nel dibattito sul ruolo dello spazio, sia pubblico che privato, e sulla disciplina del Writing. Il primo sarà il 2 maggio con Ettore Favini, per parlare di “Tessuto urbano. Ritualità e mitologie collettive nello spazio”; il 9 maggio toccherà a “Le pratiche e lo spazio invisibile” con Nemo; il 16 maggio “Out of the Grid. Italian Zine 1978 – 2006” in compagnia di Dafne Boggeri e si concluderà il 23 maggio con “Abitare il vortice. Come le città hanno perduto il senso e come fare a ritrovarlo” insieme a Bertram Niessen.

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