In occasione dell’anniversario della morte, un omaggio a Peppino Impastato attraverso il racconto di una giornata nella vita di tre ragazzi e di come quella giornata cambierà per sempre le loro vite.
9 maggio 1978, Ciampino, Roma. Enzo, Vittorio e Antonio, tre giovani militari di leva, sono impegnati da settimane in un posto di blocco lungo l’Appia. Non passano macchine in quella periferia desolata, solo qualche gregge. I tre soldati hanno il compito di controllare eventuali veicoli in transito. L’esercito è, infatti, mobilitato e in allerta per il rapimento del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Per la prima volta, anche i soldati di leva partecipano ad azioni operative. In attesa che qualcosa infranga la routine del posto di blocco, Enzo, Vittorio e Antonio discutono dell’attualità. Sono giovani, ingenui, idealisti. Enzo in particolare, più idealista di Vittorio e Antonio, più lucido nell’interpretare il suo tempo, sicuramente più coraggioso, come ci verrà svelato alla fine del corto.
Il racconto di un giorno che ha mutato per sempre il volto del nostro paese. Una giornata, quella del 9 maggio 1978, in cui le tragiche storie di due uomini molto diversi si incrociano, cambiando il corso della storia dell’Italia intera. Il corto di Carmen Giardina intreccia la microstoria, la storia di tre ragazzi, con la Storia, quella che finisce nei libri scolastici, quella che non si ha mai finito di capire. Le due vittime di quel 9 maggio sono uno statista navigato e un giovane militante comunista siciliano. Uno è il democristiano Aldo Moro, l’altro è Peppino Impastato.
La morte di Moro finirà con l’offuscare la morte del giovane eroe siciliano che perse la vita per aver denunciato a Radio Aut i mafiosi che appestavano la sua Cinisi, per aver avuto il coraggio di opporsi agli schemi, per aver lottato per un’Italia migliore, un’Italia che ancora non abbiamo conosciuto, nonostante siano trascorsi 35 anni.