Si è svolta ieri nella capitale francese la Giornata della collera. Movimenti ultracattolici e d’estrema destra hanno sfilato contro il governo socialista.Tra slogan antisemiti e quenelle, la manifestazione ha visto 250 fermati.
La Francia torna a fare i conti con l’estrema destra che scende in piazza. Il mai dissolto movimento contro il matrimonio omosessuale, che raccoglie frange dell’estrema destra, ultracattolici e paladini della libertà d’espressione (difensori della libertà d’espressione del comico antisemita Dieudonné, colui che ha inventato il saluto nazista al contrario, meglio conosciuto come quenelle), ha sfilato nelle vie di Parigi per dimostrare la propria ferma opposizione al pericolo d’islamizzazione del paese e al governo socialista, e rivendicare l’identità nazionale.
L’obiettivo preferito, tra slogan antisemiti e cori contro la gurdasigilli Taubira, è stato il presidente François Hollande, di cui si chiedevano a gran voce le dimissioni.
Nel solito balletto di cifre (per la polizia i partecipanti erano 17 mila, 160 mila per gli organizzatori), a scendere in piazza non dovrebbero essere state più di 20 mila persone.Circa 250 persone sono state fermate per gli scontri seguiti alla manifestazione, alcune di queste con l’accusa di porto di oggetti atti ad offendere.
In un contesto politico nel quale molte promesse della campagna elettorale sembrano essere state disattese, anche se, di certo, coloro che erano in piazza ieri non hanno votato per Hollande, la destra francese sembra trovare terreno fertile e cresce nei sondaggi.
“In vista delle europee il concretizzarsi di una forza molto ampia antieuropeista e antimmigrazione è palese ed evidente, e dovrebbe far riflettere non soltanto in Francia” dice ai nostri microfoni Alexander Ricci, del magazine europeo CaféBabel.
“Parlare d’infiltrazione dell’estrema destra mi sembra riduttivo, io direi piuttosto che è l’estrema destra che ha organizzato questa manifestazione” conclude Ricci.