Dopo le polemiche sulla campagna mediatica del #FertilityDay, anche il Comune di Bologna prende le distanze. L’assessore Rizzo Nervo: “Abbiamo aderito, ma i contenuti li ha messi l’organizzatore. Doveva essere un’occasione di informazione sulle malattie che possono incidere negativamente sulla fertilità, ma la campagna sembra colpevolizzare chi arriva ad avere figli in età più adulta. È inaccettabile”. E chiede di tornare ai contenuti originari, minacciando di cancellare la partecipazione.
Una donna che regge una clessidra con a fianco lo slogan “La bellezza non ha età, la fertilità sì“. E ancora: “Fertilità bene comune“. Fanno sempre più clamore le polemiche scoppiate attorno alla campagna mediatica del #FertilityDay, l’iniziativa voluta dal Ministero guidato da Beatrice Lorenzin sul tema della fertilità e delle malattie che la minano.
Le immagini diffuse dalla campagna, però, sono intrise di patriarcato e fondamentalismo religioso al punto da aver sollevato vibranti proteste sui social. E non sono solo le femministe ad aver criticato una campagna dal sapore fascista, che rievoca gli appelli del governo guidato da Mussolini a produrre figli per la patria.
La polemica ha varcato i virtuali confini dei social, spingendo anche le istituzioni che avevano aderito all’iniziativa a prendere le distanze. È il caso del Comune di Bologna che, per bocca dell’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, è intervenuto sull’argomento.
“Il Comune di Bologna ha risposto ad una richiesta di supporto organizzativo e logistico arrivata dal ministero della Salute per la realizzazione di questo evento – spiega l’assessore – I contenuti dell’iniziativa, come sempre avviene in casi del genere, sono a cura di chi propone, in questo caso dello stesso Ministero”.
Oltre alla precisazione per fugare ogni coinvolgimento concettuale con la campagna, però, Rizzo Nervo svela quali dovevano essere i contenuti dell’iniziativa, critica la comunicazione che invece ne è stata data e mette in dubbio la partecipazione del Comune.
“Il Fertility day ci era stato presentato come un’occasione di informazione e comunicazione sulle malattie che possono incidere negativamente sulla fertilità, un’occasione per aumentare la consapevolezza sull’importanza della prevenzione e della precocità di cura, un’occasione di informazione e comunicazione sulla procreazione medicalmente assistita e su una migliore offerta sanitaria per le coppie con problemi di fertilità”, scrive l’assessore.
I presupposti iniziali, invece, sono stati traditi. “Ci siamo invece trovati di fronte ad una campagna comunicativa – continua Rizzo Nervo – uscita solo negli ultimi giorni ad accordo fatto, con una clessidra e con messaggi che sembrano colpevolizzare chi arriva ad avere figli in età più adulta. Questo non è accettabile e tradisce una riflessione che doveva avere al centro la salute delle donne e degli uomini, delle madri e dei padri. Non si può banalizzare con semplificazioni, non condivisibili e fuorvianti, la complessità e la bellezza di una scelta come la maternità e la paternità che chiede politiche e non cartoline”.
Infine la minaccia di ritirare la partecipazione: “Chiediamo con forza che si possa ritornare ai presupposti che hanno motivato la nostra collaborazione istituzionale e ad una coerenza con un’impostazione che troviamo snaturata dalla campagna di comunicazione, che non condividiamo. Senza questi presupposti sarà per noi impossibile confermare la collaborazione accordata”.