«Qualcuno dice che si tratta di una scelta coraggiosa, qualcuno dice che si tratta di una scelta folle, diciamo un po’ tutte e due le cose!» Così risponde Ilaria Leccardi, fondatrice della casa editrice indipendente e femminista Capovolte, alla domanda “Che cosa vuol dire essere una casa editrice indipendente nel 2022”. Capovolte nasce ad Alessandria nel 2019, è una micro realtà in movimento che racconta le donne e vuole vedere le cose da una prospettiva diversa. Appunto, Capovolta. E noi della redazione culturale l’abbiamo intervistata per capire cosa c’è dietro un lavoro indipendente e femminista.

Il lavoro indipendente di una casa editrice femminista

«Lavoriamo in un mercato dove escono ogni giorno pubblicazioni nuove, dove ci sono giganti dell’editoria che hanno una potenza di fuoco enorme dal punto di vista della comunicazione e delle opportunità, non è semplice, ma essere editrici indipendenti offre delle possibilità diverse, che sono quelle ad esempio di fare rete, muoversi suoi territori con alleanze particolari, collaborazioni e forme di solidarietà diverse», racconta Ilaria. «La maggior difficoltà e che non riusciamo ad arrivare ovunque, non abbiamo una diffusione così ampia, però magari arriviamo in contesti non scontati. Ci piace la contaminazione, e quindi ad esempio portiamo libri di sport in contesti femministi o teorie femministe in palestre, luoghi in cui si fa attività con i ragazzi», continua Ilaria parlando delle difficoltà incontrate.

Il loro catalogo è piccolo ma ben pensato: «La nostra è la prospettiva di una casa editrice indipendente piccola, nata nel 2019 con una struttura redazionale piccola ma che si sta affermando nel filone dell’editoria femminista e di genere, siamo posizionate e ci muoviamo in questo spazio. […] A partire da questo spazio raccogliamo proposte che vengono da fuori e poi cerchiamo noi di andare a scegliere delle opere che possano essere interessanti, facendo anche traduzioni dall’estero di autrici meno conosciute in Italia».

Pubblicano principalmente testi di saggistica, e hanno all’attivo tre collane: Dinamica, Intersezioni e Ribelli. La prima nasce per raccontare lo sport al femminile con un sguardo femminista. Per dare il giusto risalto a storie di valore, per contribuire a un racconto collettivo che – in ambito sportivo più che in altri – ancora troppo spesso si appoggia su dinamiche discriminatorie, sottraendo spazio alla narrazione dal punto di vista delle protagoniste. Intersezioni invece è una collana di pensiero femminista e transfemminista che mira a costruire uno spazio editoriale dedicato alle voci del femminismo di tutto il mondo, soprattutto a quelle che in Italia ancora sono poco conosciute. Sguardo femminista che non può che partire da una prospettiva intersezionale, per la quale – a fronte di molteplici forme di oppressione a cui ci costringe la società – non esiste battaglia che si possa scindere dalle altre. Infine Ribelli è la collana socio-politica di Capovolte. Nata con una prospettiva transfemminista, per raccontare le storie di quei “fiori che rompono l’asfalto”, come li chiamava l’attivista e sociologa brasiliana Marielle Franco. Racconta quelle donne capaci, con la propria azione quotidiana di andare oltre lo schema patriarcale della società, diventando protagoniste e anima di un cambiamento. «Da quest’anno inaugureremo una nuova collana di narrativa e poesia, sempre con uno sguardo femminista, attento al quello che è il sud globale e l’ambito delle migrazioni» ci anticipa anche Ilaria.

Inoltre Capovolte è una casa editrice non a pagamento: «Nel nostro lavoro è importante capire che sui singoli libri, anche se pochi, investiamo molto e siamo contrarie all’editoria a pagamento, non chiederemo mai un contributo da un’autrice o un autore che vuole pubblicare con noi per vedere nascere la sua opera», andando contro alla nuova editoria main straim del fai da te.

Capovolte è online sul sito www.capovolte.it, ma per avere informazioni potete scrivere a info@capovolte.it.

Rachele Copparoni

ASCOLTA L’INTERVISTA A ILARIA LECCARDI: