Il femminicidio di Giulia Cecchettin è il 105° registrato in questo 2023 e il dibattito che si è sviluppato in Italia è a tratti assurdo. C’è infatti chi continua a negare che esista una società patriarcale e chi riduce il fenomeno della violenza di genere ad un problema dei giovani, mentre le statistiche lo raccontano come trasversale all’anagrafe, alle classi sociali e alle culture.
Per trasformare il dolore in rabbia, Non Una di Meno si mobilità, anche in vista del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne.

Per Giulia Cecchettin e le altre: Nudm in piazza oggi a Bologna, sabato a Roma e Messina

Questa mattina la sezione bolognese di Nudm era in presidio davanti al Tribunale di Bologna, dove attendeva la sentenza di appello per il femminicidio di Juana Cecilia Hazana, la giovane donna stuprata e massacrata dal suo ex compagno a Reggio Emilia nella notte tra il 19 e il 20 novembre 2021. «Juana Cecilia aveva denunciato», sottolinea ai nostri microfoni Greta di Nudm.
La giornata bolognese, però, non è conclusa. Alle 19.00 di questo pomeriggio, in piazza VIII agosto, ci sarà una manifestazione intitolata “Per Giulia e per tutte”. «Non ne possiamo più, dobbiamo reagire alla violenza che continuiamo a subire – sottolinea l’attivista – Noi organizziamo la nostra rabbia ormai da otto anni. Soprattutto adesso sentiamo il bisogno di scendere in piazza».

Sabato, invece, da Bologna partiranno 7 pullman per raggiungere Roma, dove si svolgerà una delle due manifestazioni nazionali (l’altra è a Messina) organizzate da Nudm.
«Transfemministe ingovernabili» è lo slogan scelto quest’anno per la manifestazione del 25 novembre. «Siamo ingovernabili perché nonostante tutto continuiamo ad organizzarci – spiega Greta – continuiamo ad opporci a governi che si susseguono, ma che continuano a non fare nulla per la situazione che noi denunciamo da anni. Vogliamo esprimere tutto il nostro dissenso nei confronti di un governo che utilizza le donne per portare avanti le proprie politiche securitarie e razziste. Opporsi alla violenza patriarcale è una cosa ben diversa».

ASCOLTA L’INTERVISTA A GRETA: