La campagna “L’Italia sono anch’io”e il movimento #ItalianiSenzaCittadinanza hanno lanciato una mobilitazione per sbloccare la legge, arenata in Senato, sullo Ius soli per i cittadini di seconda generazione. La settimana scorsa il primo sit in, altri sono attesi il 14 e 21 febbraio e il 28 una manifestazione nazionale.

Febbraio della Cittadinanza: la manifestazione nazionale

Che fine ha fatto la legge sulla cittadinanza? La domanda si fa sempre più insistente, al punto che la campagna “L’Italia sono anch’io”, insieme al movimento #ItalianiSenzaCittadinanza ha lanciato una mobilitazione per chiedere lo sblocco della legge, arenata in Senato.
Martedì scorso c’è stato il primo sit-in davanti al Pantheon di Roma, mentre altri sono previsti per domani, 14 febbraio, per martedì 21, fino alla manifestazione nazionale prevista per il 28 febbraio. #FebbraioDellaCittadinanza è l’hashtag scelto per la mobilitazione.

La Camera ha già approvato la legge sullo Ius soli “temperato” il 13 ottobre del 2015 e tutti si attendevano l’approvazione definitiva al Senato, ma da quel momento non se ne è saputo più nulla. Già il testo licenziato dalla Camera è apparso annacquato rispetto alla proposta di legge di iniziativa popolare di “L’Italia sono anch’io”.
“È evidente che sia in commissione che in aula – osserva ai nostri microfoni Grazia Naletto, esponente della campagna – sono avvenute mediazioni e compromessi tra diverse forze politiche. Noi siamo insoddisfatti di quel testo, ma ci rendiamo conto che se venisse cestinato, prima di poter ritornare a parlare del tema passerebbero dieci anni”.

Naletto cita alcuni esempi di come la vita delle seconde generazioni, i figli nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri, sia ostacolata dall’attuale legislazione.
“Se un minore frequenta le superiori non sempre ha la possibilità di andare in gita all’estero con i suoi compagni, perché spesso la sua posizione giuridica non glielo consente – osserva l’attivista – Oppure può avere problemi a praticare uno sport ed essere tesserato in una società sportiva. Più in generale, però, dovendo seguire lo status giuridico dei genitori, se questi perdono il permesso di soggiorno perché, ad esempio, perdono il lavoro, anche il ragazzo si ritrova senza diritto al soggiorno“.

COSA PREVEDE LA LEGGE
La legge, come detto, introduce lo ius soli temperato. Può diventare cittadino italiano chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. È necessaria comunque una dichiarazione di volontà di un genitore, da presentare al Comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età.
In assenza della dichiarazione, chi vuole diventare cittadino italiano può farne richiesta entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.
La legge dimezza il tempo trascorso regolarmente in Italia: si passa da 10 a 5 anni, ma la famiglia deve dimostrare di avere un reddito minimo non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, occorre la disponibilità di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge e bisogna superare un test di conoscenza della lingua italiana.

La legge introduce anche lo “Ius culturae”: può ottenere la cittadinanza il minore straniero, nato in Italia o entrato nel nostro Paese entro il dodicesimo anno di età, che abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli di studio o seguito percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali. Un’ulteriore novità riguarda il merito: è infatti necessario che il ciclo delle scuole primarie sia superato con successo. Chi viene bocciato alle elementari dovrà aspettare per chiedere la cittadinanza. Le nuove norme si applicheranno anche ai 127mila stranieri in possesso dei nuovi requisiti ma che abbiano superato, al momento di approvazione della legge, il limite di età dei 20 anni per farne richiesta. Il ministero dell’Interno avrà sei mesi di tempo per rilasciare il nulla osta.