Un pantheon costellato di figure ecclesiastiche e poca conflittualità contraddistinguono il confronto televisivo su Sky dei candidati alle primarie del centrosinistra. Donati: “Bene il format, ma ha prevalso il fair play”.

“Peccato non sia andato in onda sulla Rai”. Esprime questo rammarico Daniele Donati, docente di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione all’Università di Bologna, a proposito del dibattito televisivo di ieri sera tra i candidati alle primarie del centrosinistra.
Pierluigi Bersani, Matteo Renzi, Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci si sono misurati con il format e le domande di Skytg24 in vista della consultazione che dovrà eleggere il candidato per le elezioni politiche della primavera prossima.

Un confronto che, come osserva Donati, è stato caratterizzato dal fair play: “Mi aspettavo più scintille, più scontri, mentre l’unico tema su cui si sono misurate un po’ le divergenze è quello della possibile alleanza con l’Udc”.
Nessun candidato, dunque, è uscito nettamente vincitore dal confronto. Solo Renzi e Vendola hanno brillato su alcuni punti, mentre il tenore del dibattito, secondo l’esperto di comunicazione, ha favorito lo stile quieto di Tabacci.

In molti, inoltre, hanno osservato come nel pantheon delle figure di riferimento indicate dai candidati, sia forte la componente cattolica. Dal cardinal Martini a papa Giovanni: l’ammiccamento è al centro. “Non è una novità che citare leader della sinistra non sia più di moda”, ironizza Donati.

Il plauso del professore dell’Alma Mater, invece, va al format proposto da Sky, che ha portato modalità di confronto nuove nel nostro Paese. “Siamo abituati a talk show televisivi – osserva Donati – in cui gli intervistati rispondono a quello che vogliono come vogliono, mentre è interessante che nel dibattito di ieri tutti i candidati siano intervenuti sulle stesse domande, con un tempo prestabilito”. Donati si auspica infine che il format venga riproposto in futuro, anche per le primarie del centrodestra.