Ormai è ufficiale. Sul palco del concertone del Primo Maggio, oltre a Piero Pelù e Bugo, quest’anno saliranno anche gli Extraliscio. La band romagnola non ha ancora smaltito la sbornia della partecipazione al festival di Sanremo, sul cui palco hanno sprizzato energia da tutti i pori, che già si preparano a partecipare ad un altro grande evento musicale, che grazie alle graduali riaperture decise dal governo, potrebbe simbolicamente segnare la ripresa dei live.
Prima, però, il frontman del gruppo, Mirco Mariani, è passato su Radio Città Fujiko.

Extraliscio, il ritorno della balera intergenerazionale

Ride tanto Mariani ai nostri microfoni. Un po’ perché è nell’indole romagnola, un po’ perché la partecipazione a Sanremo è una sorta di sbornia non ancora passata.
«Prima non ci conosceva nessuno – ironizza il musicista – ora ci stanno arrivando tante richieste di live. Io non avevo il mito di Sanremo, ma Mauro Ferrara (l’altra voce degli Extraliscio, ndr) era entusiasta di calcare lo stesso palco di Claudio Villa». Ferrara e Moreno “il Biondo” Conficconi, ricorda Mariani, sono vere e proprie istituzioni del liscio, musicisti che lo hanno suonato tutta la vita e che non lo hanno mai tradito.

Sia Ferrara che Conficconi hanno fatto parte dell’Orchestra Casadei e, nella nostra chiacchierata con Mariani, non poteva mancare una domanda sulla recente scomparsa di Raul Casadei. «È stato il nostro De Andrè – osserva il musicista – perché lui ha portato a livello più alto la forma canzone del liscio, con testi bellissimi e canzoni meravigliose».
Gli Extraliscio nascono proprio con l’intenzione di reinterpretare in chiave attuale e rendere nuovamente popolare il liscio e l’atmosfera delle balere. E la prospettiva della ripartenza dei concerti, per Mariani, potrebbe anche essere l’occasione per rilanciare il concetto di balera, caduto un po’ in disuso.
Il sogno della band è quello di ripopolare quei luoghi, ma non solo di persone anziane affezionate al genere musicale. Sarebbe bello, infatti, che la balera rinascesse come punto di incontro intergenerazionale.

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Lo scorso 5 marzo, in concomitanza con Sanremo, è uscito l’album “È bello perdersi“, che in realtà è un doppio album. «Il primo volevo registrarlo dal vivo, come si faceva una volta negli studi grandi – racconta Mariani – Avevo contattato Detto Mariano, grande compositore che ha collaborato con Celentano e ha composto tantissime colonne sonore. Lui inizialmente mi aveva detto di no, dicendo anche che il liscio gli faceva schifo. Poi è andato a guardare chi ero io e mi ha ricontattato perché avremmo dovuto trovarci qui a Bologna. Però è successo che con la prima ondata di Covid se ne è andato». A quel punto Mariani si è ingegnato e ha inventato un’orchestra domestica, un marchignegno chiamato “Orchestrone Mariani” in cui il musicista ha potuto suonare in contemporanea diversi strumenti, riproducendo la situazione live.

Il secondo disco contiene brani strumentali della tradizione o originali, dove il suono è molto più da balera, appunto. “Si ballerà finché entra la luce dell’alba“, è il titolo, che suona come un grande auspicio per il ritorno ai concerti. Una dimensione di cui la band ha bisogno. «Stare sul palco è la nostra seconda casa – osserva Mariani – perché c’è l’interazione con le persone e poi ogni palco è diverso, ogni situazione ha un’atmosfera diversa».
Quello dei concerti, però, non è l’unico palco che gli Extraliscio hanno calcato. All’ultimo festival del cinema di Venezia, infatti, è stato presentato il film che narra la loro storia, “Extraliscio – Punk da balera“, con la regia di Elisabetta Sgarbi. Il film è stato proiettato ieri pomeriggio a Los Angeles e verrà presentato anche alla prossime edizioni del festival di Cannes e di Berlino.

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