Nelle elezioni per le rsu alla Gd la Fiom raggiunge il 78% delle preferenze, ma Fim e Uil contestano il criterio di assegnazione dei rappresentanti sindacali e cercano di scavalcare il risultato democratico.

Nelle giornate del 7, 10 e 11 dicembre si sono tenute le elezioni per le Rsu della Gd, azienda che con i suoi più di 1500 dipendenti rappresenta una delle realtà più avanzate del tessuto produttivo bolognese. Un’azienda importante non sono dal punto di vista numerico, ma anche per quanto riguarda le relazioni industriali. La Gd, infatti, nel 2010 aveva firmato un contratto che si basava ancora su quello unitario, e non su quello separato del 2009. Più recentemente, alla stipula del contratto aziendale dell’anno passato, firmato dalla sola Fiom, l’azienda ha espresso la volontà di considerare validi solo i contratti sottoposti alle votazioni dei lavoratori, quindi a un processo di validazione democratico.

Molto soddisfatti dell’esito della consultazione i delegati Fiom, che incassa il 78% delle preferenze, aggiudicandosi 16 rappresentanti su 21, della parte assegnata con il proporzionale, con Fim e Uil a spartirsi i restanti 5 rappresentanti.
Per quanto riguarda i rimanenti 12 rappresentati, assegnati in maniera paritetica, fino alla disdetta dell’accordo frutto di una stagione sindacale degli anni novanta, segnata dalla solidarietà sindacale, e venuta meno per ovvie ragioni negli ultimi anni, si sono accese le polemiche.
Fim e Uil, dando prova di una concezione “a dir poco straordinaria”, come afferma il segretario Fiom Giordano Fiorani, hanno l’intenzione di dividerseli tra loro, perché “la Fiom non è firmataria del contratto nazionale”. Una manovra antidemocratica, secondo i metalmeccanici Cgil, che consegnerebbe ai due sindacati firmatari la maggioranza dei rappresentanti nella rsu, 17 contro i 16 della Fiom, con poco più del 21% delle preferenze.

La Fiom condanna con forza l’ennesimo tentativo di Fim e Uil, di scavalcare la volontà dei lavoratori, come avvenuto con l’esclusione dal tavolo per il rinnovo del contratto nazionale firmato lo scorso 5 dicembre.

Paolo Antoniazzi