I sondaggi hanno toppato. Nelle elezioni in Brasile Luiz Inacio Lula da Silva non è riuscito a scalzare al primo turno il presidente uscente Jair Bolsonaro. Tutto, dunque, si deciderà al ballottaggio, fissato per il 30 ottobre.
Nello spoglio definitivo, Lula si è aggiudicato il 48,43% dei consensi. Appena due punti e mezzo in meno di quello che dicevano i sondaggi, ma sufficienti per non consacrare il ritorno dell’ex presidente alla guida del Paese. Bolsonaro, invece, è arrivato al 43,20% ed è tutt’altro che sconfitto.
In vista del 30 ottobre occorre guardare i voti anche degli altri candidati, per capire se tecnicamente sono possibili dei ribaltamenti del primo turno. In particolare, il terzo posto nella scelta degli elettori è andato a Simone Tebet (Mdb, centro-destra) con il 4,16% dei consensi e il quarto posto a Ciro Gomes (Pdt, sinistra) con il 3,04%.
«La lotta continua fino alla vittoria finale”. Il ballottaggio non è che una proroga», ha commentato Lula al termine dello scrutinio, spronando i delusi.
Elezioni Brasile, tra Lula e Bolsonaro sarà ballottaggio
«Quello che hanno sbagliato i sondaggi sono state le misure – racconta dal Brasile ai nostri microfoni il giornalista Luigi Spera – Tutti i sondaggi davano Lula in vantaggio, quello che è stato sottostimato è Bolsonaro».
Lo scenario che si apre dopo il primo turno, dunque, era ampiamente prevedibile e quella che si apre ora sarà una campagna elettorale per il ballottaggio che avrà toni più duri, più radicali e se possibili più polarizzati.
«Dalle interviste che ho effettuato in questi ultimi giorni – continua a raccontare il giornalista – posso dire che il bolsonarismo non è per niente in crisi».
In particolare, l’analisi del voto conferma che gli Stati brasiliani più ricchi, come San Paulo o Rio, sono quelli che hanno votato di più per Bolsonaro o comunque dove Lula non ha sfondato. Il presidente uscente sembra quindi garantirsi ancora il favore dell’elettorato bianco, conservatore e liberista.
Quanto agli elettori di Lula, le analisi sociologiche riportano che le preferenze arrivano dalle donne, dai cattolici e dalle persone che hanno salari bassi, pari a 3-400 euro al mese.
«Ora Bolsonaro tenterà di erodere quell’elettorato a Lula – scommette Spera – promettendo bonus come quelli già stanziati per fronteggiare l’inflazione».
In ogni caso, anche qualora Lula dovesse vincere al ballottaggio, il partito di Bolsonaro sarà in grado di fare un’opposizione forte in Parlamento, dove è il primo gruppo.
Per il secondo turno, nel frattempo, Lula sta già aprendo le porte cercando alleanze e apparentamenti con l’Mdb, un partito centrista a cui spesso la sinistra si rivolge in caso di ballottaggio.
ASCOLTA L’INTERVISTA A LUIGI SPERA: