Dopo le giornate che hanno portato gli egiziani al voto pochi sono i risultati positivi. Sulla costituzione di Morsi ha vinto il 56% dei votanti con il sì. Ma alle urne si è presentato soltanto il 30% degli aventi diritto.
Cifre bassissime per l’affluenza, considerando che alle politiche post Mubarak, che hanno poi portato all’elezione di Mohamed Morsi, avevano votato il 70% degli elettori.
Paolo Gonzaga, analista politico e giornalista, questa mattina ospite al Breakfast Club, spiega come il risultato attuale sia una vittoria di Pirro per gli islamisti. “La dimostrazione di una perdita del consenso” sottolinea.
Inoltre il referendum è stato caratterizzato da diversi brogli elettorali e problemi che rimettono in gioco la stabilità politica del paese. Già nei giorni scorsi si erano svolte diverse proteste soprattutto a seguito del decreto che concede al presidente Morsi la possibilità di mettere nelle sue mani i tre poteri dello Stato, legislativo, esecutivo e giudiziario.
Forse la bassa affluenza è dovuta anche a quella parte dell’opposizione che aveva annunciato che non si sarebbe presentata al voto, tra i quali anche gli stessi giudici che non hanno partecipato allo spoglio e ai processi di controllo elettorale.
E nonostante la vittoria del sì con il 56% molte sono le differenze tra i seggi elettorali delle città e quelle delle campagne. Il Cairo si è schierato con il no e in alcune zone di Alessandria la percentuale dei contrari alla nuova costituzione ha raggiunto il 70%.
“Il dato che è emerge è sicuramente l’inasprimento di una polarizzazione politica che mina la stabilità non soltanto politica ma anche sociale del Paese” conclude Paolo Gonzaga.