In Egitto è sempre più dura la repressione del dissenso

Sempre più dura la repressione del dissenso in Egitto. 3 reporter di Al Jazeera sono stati condannati a 7 anni di prigione per sostegno alla Fratelli musulmani. I 3 sono stati condannati, insieme ad altri 11 contumaci, per aver raccontato le proteste dopo la deposizione di Morsi. E intanto gli Usa sbloccano aiuti per 575 milioni al presidente Al Sisi.

Mentre il Segretario di Stato americano John Kerry incontrava il presidente egiziano Al-Sisi per accordare lo sblocco della prima tranche di aiuti da 575 milioni di dollari, in un tribunale nella periferia del Cairo 3 giornalisti (insieme a 11 colleghi contumaci) venivano condannati a 7 anni di reclusione per aver dato dell’Egitto l’immagine di un paese in dissoluzione, e per aver così sostenuto la Fratellanza Musulmana. I fatti si riferiscono ai mesi di tensioni e scontri seguiti al colpo di stato militare che ha deposto Morsi, culminati nell’assedio della Moschea Al Fatha della metà di agosto.La poca chiarezza delle accuse non deve trarre in inganno. I giornalisti hanno fatto il loro lavoro, null’altro. Hanno raccontato un paese che, liberatosi di Mubarack, vedeva il presidente legittimamente eletto Mohamad Morsi, espressione della Fratellanza Musulmana, deposto e “portato in un luogo sicuro”, dai militari.

Sovrapponendo le due immagini, l’incontro tra Al-Sisi e Kerry e quella dei giornalisti dietro una gabbia all’interno del tribunale, si ha l’impressione netta che l’Occidente abbia scelto. Nessun effetto avranno i chiarimenti chiesti da Kerry circa i processi ai giornalisti.

“Questa sentenza così importante che richiama la censura dei canali vicini ai Fratelli Musulmani, in particolare di Al Jazeera, il network del Qatar che ha coperto meglio di tutti le proteste degli islamisti al momento del colpo di stato militare, si inquadra in un momento di censura dei movimenti islamisti.” spiega Giuseppe Acconcia, corrispondente al Cairo del quotidiano “Il Manifesto”.

“Nei giorni scorsi -continua Acconcia- sono state emesse 123 condanne a morte. Si tratta della conferma delle 700 condanne a morte già emesse a marzo. La scorsa settimana sono stati condannati a morte anche i principali leader della Fratellanza.”

E il futuro non sembra promettere nulla di buono: la nuova legge elettorale proposta, permetterebbe di entrare in parlamento solo a danarosi personaggi dell’establishment.