Nonostante le promesse, i programmi “Scuole sicure” e “Scuole belle”, coi quali il governo Renzi doveva riqualificare e mettere in sicurezza gli edifici scolastici nel Paese, slittano di un anno e finiscono nel decreto “Milleproroghe”.
Dopo aver costruito molto della sua figura mediatico-politica nell’accusare i suoi predecessori di “annuncite“, ovvero di una malattia che portava i politici a fare annunci senza darvi seguito, il presidente del Consiglio Matteo Renzi pare affetto dallo stesso morbo.
Per giustificare la tanto contestata “Buona Scuola” e far sembrare gli oppositori alla riforma come “gufi” e conservatori, il premier italiano vi aveva affiancato misure collaterali, che collaterali non erano, come un piano – necessario e da tanto atteso – di messa in sicurezza degli edifici scolastici e di loro riqualificazione.
Ora che la riforma è stata approvata e ora che il mondo della scuola è stato piegato, però, Palazzo Chigi sente di avere mano libera per mandare le promesse in cavalleria.
Così, i programmi “Scuole sicure” e “Scuole belle” sono finiti nel decreto “Milleproroghe”, che li fa slittare direttamente al 31 dicembre 2016. In altre parole: la sicurezza degli edifici scolastici, che spesso sono strutture fatiscenti, non è più una priorità per il governo.
Eppure, l’urgenza della messa in sicurezza degli edifici scolastici è testimoniata dalle tante tragedie, reali o sfiorate, che riempiono le cronache dei quotidiani, come soffitti che si staccano ed edifici che crollano sulla testa di studenti e personale scolastico.
Non solo: a testimonare la fatiscenza delle strutture scolastiche italiane, oramai, ci sono già molti rapporti. Ad esempio quello di Legambiente, intitolato “Ecosistema Scuola“, che testimonia come il 60% delle scuole del nostro Paese siano prive del certificato di prevenzione.
“Ad aggravare il quadro vi è la proroga dell’Osservatorio per l’edilizia che slitterà a febbraio 2016 – denuncia l’Unione degli Studenti (Uds) – così come sono prorogati i fondi per ‘Scuole Sicure’, totalmente insufficienti i 40 milioni per le norme antisismiche“.
L’Uds ricorda di avere denunciato più volte l’inconsistenza dei provvedimenti presi dal governo in materia di edilizia scolastica, non ultima la delibera sui mutui Bei, una scelta gravissima che sta causando non solo un ritardo nei lavori di messa in sicurezza, ma anche un aumento del debito pubblico.