I dati sul 2013 presentati dalla Camera di Commercio indicano una direzione precisa: produzione e fatturato sono in lieve miglioramento ma rimangono negativi (-2%). Il trend positivo è guidato dall’export e la strategia sembrerebbe indicare nei consorzi gli strumenti per affacciarsi sui mercati esteri.
Nel presentare i dati congiunturali per il 2013 il Presidente della Camera di Commercio di Bologna non può esimersi dal ripetere con insistenza: “C’è ancora molto da fare”. Se il panorama generale sembra segnalare un attenuamento della crisi e alcuni settori si dimostrano comunque solidi e propositivi, il dato complessivo rimane negativo e il mercato interno debole, mentre molti produttori rimangono insensibili a strategie per la penetrazione dei mercati esteri.
Elemento trainante del parziale recupero delle produzioni è il settore esportazioni. In particolare la metalmeccanica e la costruzione macchinari registrano un +9% di esportazioni rispetto all’anno scorso, confermandosi settori solidi e in espansione anche dal punto di vista occupazionale. Cresce anche l’artigianato manifatturiero (+10%), proponendo interessanti prospettive di rete.
Resta indietro l’agroalimentare: “Non siamo capaci di presentare con efficienza i nostri prodotti sul mercato estero” denuncia il Presidente della Camera di Commercio Giorgio Tabellini, che continua “l’impegno della Camera di Commercio nel 2014 sarà il sostegno a questo settore”. La strategia individuata punta alla creazione di consorzi che valorizzino le eccellenze come Mortadella, Tortellino, Vini, Salsalimentari. Questo vuol dire creare strutture di dimensioni adeguate a consolidare qualità ed efficienza tramite il deposito di disciplinari di produzione. L’attenzione dovrà concentrarsi quindi sulla commercializzazione e la distribuzione, attività in grado di garantire maggiore valore aggiunto rispetto alla mera capacità produttiva.
Per quanto riguarda il mercato interno, il manifatturiero sconta la crisi dei consumi interni, in particolare la produzione moda che segna un -4%. Drastico ribasso per l’edilizia, che chiude l’anno sotto di 11 punti rispetto a un 2012 già negativo. La crisi di un settore così cruciale si lega a una domanda quasi inesistente del mercato immobiliare. La camera di Commercio individua uno strumento importante nelle commissioni pubbliche rivolte, più che a nuove infrastrutture, al restauro e alla messa in sicurezza dei beni già esistenti: tali interventi sarebbero infatti cantierizzabili in tempi molto più immediati e quindi più utili per ridare ossigeno a queste aziende.
Pietro Gallina