Lo slogan che idealmente il Teatro Celebrazioni dedica a questo momento di passaggio da una stagione all’altra è “E alla fine vince lo spettacolo dal vivo”. Tecnologia e streaming sono stati palliativi nei momenti difficili della pandemia, ma ora è tempo di ritrovare la commozione che solo quella sorta di corrispondenza fisica tra artista e spettatore può continuare a ricreare. Con l’arte della leggerezza che gli è propria, Alessandro Besentini (in arte “Ale” di Ale e Franz) ha detto in tono augurale che “in teatro non ci sono più le mezze stagioni”.
In particolare, il Celebrazioni può sentirsi forte di una fiducia che il pubblico ha dimostrato di concedergli proprio nei periodi impervi delle restrizioni. I numeri che il direttore Filippo Vernassa ha snocciolato sono più che incoraggianti: riguardano la partecipazione degli spettatori alla scorsa stagione, e sono numeri che risulterebbero onorevoli anche in condizioni normali.
La prosa per “leggere con leggerezza” la nostra contemporaneità
Come lo stesso direttore ha detto ai nostri microfoni, l’intento del Teatro è quello di raccontare – in modo possibilmente leggero – il mondo di oggi. In questa direzione è da intendersi l’apertura della stagione con “Il marito invisibile”, scritto e diretto da Edoardo Erba, che potrà definirsi la prima commedia in video call. Al di là della vicenda delle due amiche cinquantenni (interpretate da Maria Amelia Monti e Marina Missironi) che si trovano ripetutamente in lunghe chat, la vera protagonista è la scomparsa della nostra vita di relazione, una scomparsa in parte indotta e imposta dall’emergenza pandemica, e in parte scelta spontaneamente dalle persone.
D’altro canto, Paolo Cevoli con “Andavo a cento all’ora” ripercorrerà scampoli dell’Italia del boom economico, alla ricerca delle suggestioni che ci regala il ricordo di abitudini lontane e di oggetti che non ci sono più. Un lavoro di intimistica riflessione sarà quello di Sergio Castellitto, che in “Zorro” (di Margaret Mazzantini) interpreta un vagabondo, un clochard che ripensa al corso della propria vita e ripercorre le scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada. Stefano Massini (fresco vincitore del prestigioso Tony Award) porterà una dimensione onirica ne “L’interpretazione dei sogni”, basandosi sul celebre testo di Freud.
“Taxi a due piazze” è stata riletta al femminile da Enfiteatro, per la regia di Chiara Noschese, con Barbara D’Urso e Rosalia Porcaro protagoniste. Il classico di Dario Fo e Franca Rame “Coppia aperta quasi spalancata” sarà riproposto da Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro e in collaborazione con Argot Produzioni. Enzo Iacchetti e Vittoria Belvedere proporranno “Bloccati dalla neve”, un testo scritto durante il primo lockdown da Peter Quilter. Il tema è la convivenza tra persone diverse in una situazione di estrema necessità, che porta individui molto lontani nel carattere e nelle visioni sulla vita a trovare – appunto per cause di forza maggiore – punti di coesione e di collaborazione.
L’adattamento teatrale del famoso film “Quasi amici” permetterà di approfondire (grazie allo strumento del linguaggio teatrale) sensazioni che il linguaggio filmico non riesce a indagare in profondità. Sul palco Massimo Ghini e Paolo Ruffini. Un insolito Gioele Dix sarà il protagonista (assieme a Valentina Cardinali) di una narrazione su Dino Buzzati intitolata “La corsa dietro il vento”. La regia di Arturo Brachetti metterà in scena “Fred!” uno spettacolo scritto da Matthias Martelli che vedrà in scena lo stesso Martelli con Roy Paci in un approfondimento sulla vicenda umana e musicale del mitico Buscaglione.
E poi, spazio alla leggerezza. Dopo il già citato Paolo Cevoli, ci saranno appuntamenti con Giuseppe Giacobazzi nel suo interattivo “Osteria Giacobazzi”, Teresa Mannino, Ale e Franz, e poi Vito con “Vita spericolata di un negoziante ai tempi di Amazon”. Ricordiamo anche Vincenzo Salemme, autore e protagonista di “Napoletano? E famme ‘na pizza!”, ironico spettacolo sugli stereotipi del buon napoletano, stereotipi talmente radicati nell’immaginazione degli altri, da impedire a chi è di Napoli un percorso libero e svincolato da tali simpatici affreschi che possono divenire catene.
Un momento particolarmente interessante della conferenza-stampa è stato il breve intervento del produttore Marcello Corvino, che nel presentare “Pasolini Caravaggio” (con Vittorio Sgarbi), ha spiegato come Caravaggio sia stato per secoli un pittore pressocché sconosciuto, fino a quando lo studioso e ricercatore Roberto Longhi nel 1951 lo valorizza organizzando una mostra su di lui. Per i casi della vita, Pasolini è allievo proprio di Roberto Longhi, dal quale apprende quindi la poetica di Caravaggio, che risulterà coincidere con quella del neo-realismo italiano e della produzione filmica di Pasolini. Un momento di intrecci culturali e di contaminazioni ambientato a Bologna, con lo sfondo di benevole casualità.
In un’ottica lungimirante, ottimista, e di restituzione della fiducia ricevuta dal pubblico, il Celebrazioni ha deciso di non aumentare il prezzo di biglietti e abbonamenti. Conteporaneamente, come ci ha spiegato Leopoldo Cavalli di Fonoprint, è in atto un profondo lavoro di innovazione sulle strutture del teatro, sia per quanto riguarda le parti “fisiche”, sia per quanto concerne la fruizione digitale. La campagna abbonamenti partirà il 29 giugno. Per ogni consultazione su calendari, prezzi dei biglietti e formule di abbonamento, rimandiamo al sito del Teatro.
Grazie alla collaborazione di Elisabetta Severino dell’Ufficio Stampa e Comunicazione del Teatro, abbiamo avuto l’opportunità di ospitare ai nostri microfoni il direttore Filippo Vernassa, le anticipazioni di Leopoldo Cavalli di Fonoprint, e gli artisti Giuseppe Giacobazzi e “Ale” di Ale e Franz.
Sergio Fanti
ASCOLTA L’INTERVISTA AL DIRETTORE FILIPPO VERNASSA:
ASCOLTA L’INTERVISTA A LEOPOLDO CAVALLI:
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIUSEPPE GIACOBAZZI:
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALE DI ALE E FRANZ: