Parlano di persone i dati contentuti nel Dossier Statistico Immigrazione del 2019, presentato oggi a Bologna. Parlano di ciascuno di noi, e sono vicinissimi, malgrado la percezione dei dati – che si ha spesso nell’epoca postmoderna in cui viviamo – come di astrattezze distanti e inaffidabili. Su un tema come quello dell’immigrazione occorre “fondare l’analisi e la politica sulla prospettiva di realtà e non sulle paure” come ha ricordato Maria Raffaella Ferri (Consigliera metropolitana delegata allo Sviluppo sociale) nel corso della presentazione del dossier. Dossier che arriva puntuale anche quest’anno grazie ai contributi dell’8 per mille devoluto alla Chiesa Valdese, che finanzia il progetto, promosso da Idos (Centro studi e ricerche sull’immigrazione) in collaborazione con “Confronti” e con la rivista “Africa e Mediterraneo”.

I dati contenuti nel dossier affrontano diversi aspetti del tema, tenendo conto della varietà delle sfaccettature di cui consta. A Bologna sono stati presentati i risultati riguardanti le indagini statistiche condotte sulla percentuale di residenti stranieri in Emilia-Romagna, oltre 551mila (il 12,3% della popolazione complessiva) in una concentrazione più alta rispetto al quadro nazionale (oltre 5,2 milioni, ovvero l’8,7% del totale della popolazione italiana). I dati dimostrano che sempre più migranti scelgono l’Emilia-Romagna, perché il ‘modello Bologna’ si distingue dal contesto nazionale. Nel 2003 gli stranieri residenti in Emilia-Romagna erano poco più di 100.000; già nel 2008 quasi il doppio; dal 2012 ad oggi si è registrato un ulteriore aumento, con picchi negli ultimi due anni. Tra le province regionali, Bologna ospita il maggior numero di residenti stranieri, poco più di 122.000, provenienti soprattutto dalla Romania (17,3%), dal Marocco (11,1%) e dall’Albania (10,6%). Seguono Ucraina (6,0%), Cina (5,5%), Moldova (5,1%) e Pakistan (4,2%).

Considerando il genere, da almeno un decennio prevalgono le donne sia a livello nazionale che regionale: sono oltre il 50% di tutti i residenti stranieri. La componente della popolazione straniera è poi in media più giovane di quella italiana: l’etá media è di 47,3 anni per gli italiani e di 34,4 anni per gli stranieri. “Aspetti demografici e economici ci dicono senza dubbio che una politica ragionata sulla migrazione è nei nostri interessi, mentre ogni politica dissennata e disumana è contro i nostri stessi interessi di italiani” ha detto il portavoce della Chiesa Valdese, Guido Armellini. I dati nel capitolo del dossier “Immigrati e mercato del lavoro in Emilia romagna”, di cui ci ha parlato oggi uno dei redattori del dossier, Andrea Stuppini, dimostrano come gli immigrati che lavorano siano “una risorsa, e non un costo”, e questo risulta evidente dai numeri dei contributi fiscali e pensionistici che queste persone versano pagando legalmente le tasse.

Sul tema del lavoro c’è inoltre da dire che gli stipendi degli stranieri sono il 24% più bassi rispetto a quelli degli italiani, una parte consistente di migranti è sovraistruita rispetto al lavoro che svolge, e a oggi il tasso di attività e di occupazione degli stranieri è inferiore rispetto a quello degli italiani, soprattutto dopo il 2008 (tradotto: non solo non “ci rubano il lavoro”, ma sono stati quelli che hanno pagato di più la crisi). Altra narrazione mendace è quella dell’invasione islamica: come ha spiegato Armellini, il gruppo religioso più numeroso tra gli stranieri è quello dei cristiani, mentre i musulmani rappresentano solo un terzo del totale. Ciò che è reale è invece il forte aumento, rispetto agli anni passati, delle persone annegate rispetto a quelle partite, e la forte crescita degli irregolari, a causa dei due Decreti Salvini e della Legge Bossi-Fini, che hanno portato un numero consistente di persone nel nostro Paese ad essere invisibile, senza diritti.

La lettura del bilancio demografico 2018 dell’Emilia-Romagna ci presenta un saldo naturale altamente negativo (-24.513) e un saldo migratorio altamente positivo (+19.798). Per gli stranieri il saldo naturale è positivo (+7.102) e anche il saldo migratorio (+4.461), però meno del saldo naturale: questo significa che gli stranieri aumentano per nascita, più che per arrivi da altri territori. Come ha spiegato Valerio Vanelli (Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio) una quota consistente degli stranieri in regione è costituita da minori: oltre 117mila, in buona parte nati in Italia. Nel 2018 ci sono state oltre 13.400 acquisizioni di cittadinanza, con una marcata flessione rispetto a tre anni fa. Sul tema della cittadinanza, è stata evidenziata una differenza di numeri tra chi otterrebbe la cittadinanza con lo ius soli temperato e chi con lo ius culturae. Sarebbero solo 19.000, per esempio, gli stranieri che otterrebbero la cittadinanza italiana se passasse alle Camere solo lo ius culturae.

A livello nazionale, l’Assessore comunale Marco Lombardo ha poi ricordato la distanza tra la percezione del fenomeno migratorio da parte degli italiani (31%) e i dati reali (8,7%). “Chi ha responsabilità politiche e istituzionali ha cavalcato l’idea di un’invasione che non esiste” ha detto. “È fondamentale riportare il dibattito dentro il binario della razionalità dei numeri e la passionalità delle persone, perché i numeri rappresentano persone”.

Sara Spimpolo

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANDREA STUPPINI: