Sembra un biglietto da visita del nuovo questore Antonio Sbordone, arrivato da pochi giorni a Bologna, il doppio sgombero di questa mattina della occupazioni abitative in via di Corticella e viale Filopanti. Nella prima avevano trovato casa grazie all’autorecupero famiglie con bambini, nella seconda studentesse e studenti che non riescono a fronteggiare il caro affitti.

Lo sgombero di via di Corticella dove vivevano famiglie con minori

L’occupazione di via di Corticella era nata nel settembre scorso. Gli attivisti di Plat erano entrati nello stabile di proprietà dell’Ausl, vuoto da tempo, dopo essere usciti dall’occupazione di via Raimondi per lasciare spazio ai lavori di recupero che sarebbero partiti di lì a poco.
L’obiettivo era quello di dare una casa a persone che ne hanno bisogno, soprattutto famiglie con bambini che non riescono a pagare l’affitto nonostante due stipendi, grazie all’autorecupero degli spazi. Un progetto interrotto bruscamente questa mattina con l’intervento delle forze dell’ordine, in uno sgombero che ha fatto registrare tensioni. «Ancora teste rotte e cariche indiscriminate – denuncia ai nostri microfoni Luca di Plat – mentre non sappiamo cosa succede all’interno, ma abbiamo sentito delle grida».

Sia attivisti che i loro avvocati, intervenuti sul posto, denunciano che le operazioni di sgombero non sono state accompagnate dalla presenza degli assistenti sociali, nonostante siano presenti dei minori, alcuni neonati.
Gli attivisti attribuiscono al governo la responsabilità di quanto sta accadendo e alla precisa volontà di distruggere ogni progetto dal basso di autorecupero e autorganizzazione per risolvere l’emergenza casa. «Si trasforma un problema sociale in un problema di ordine pubblico», sottolinea Luca.

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Lo sgombero di viale Filopanti, dove vivevano studenti e c’era una trattativa

Scenario simile in viale Filopanti, dove nell’ottobre scorso studentesse e studenti del Cua avevano riaperto l’ex studentato abbandonato, dando vita ad uno “student hostel”. In questo caso il problema a cui si voleva dare una risposta era quello delle difficoltà che un numero crescente di studentesse e studenti fuorisede stanno incontrando a Bologna per via del caro affitti e della poca disponibilità di alloggi a causa dell’esplosione delle locazioni turistiche.
«In viale Filopanti trovavano un tetto 30 studenti», sottolinea ai nostri microfoni Giulia del Cua.

A rendere ancor più assurdo l’intervento poliziesco è il fatto che per lo stabile di viale Filopanti era in corso una trattativa che coinvolgeva i rappresentanti della proprietà, Ergo e l’Università di Bologna.
In particolare, la trattativa aveva portato già ad alcuni risultati. Da un lato due studenti vincitori della borsa di studio per un alloggio Ergo, ma non assegnatari, hanno ottenuto un posto negli studentati pubblici. Altri stavano aspettando.
In ogni caso gli occupanti avevano concordato l’uscita dallo stabile per il 18 dicembre, ultimo giorno di lezioni prima della pausa natalizia.

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