Il 2 agosto è stato e rimane il giorno più brutto per la nostra città per la strage del 1980 e per il revisionismo della destra, ma è anche il più bello per la solidarietà che si è manifestata allora e per l’attuale partecipazione commossa.

C’è una canzone sul 2 agosto che ho imparato dal Coro delle Mondine di Bentivoglio (ma che forse è stata scritta dal Canzoniere delle Lame) che in un verso dice: “C’è stato un attimo di perplessità, poi tutta Bologna va in solidarietà”.

In queste poche parole, a mio avviso, è racchiusa l’essenza della nostra città di fronte alla terribile strage del 2 agosto 1980, che fece 85 morti e 200 feriti.
Che Bologna fosse stata ferita lo si capì subito dal sangue, dalla polvere e dalle macerie che seppellivano corpi esanimi. Ma altrettanto in fretta si capì che Bologna, per quanto ferita, non era stata piegata. Lo si capì, ad esempio, dai taxisti accorsi per improvvisarsi soccorritori e dagli autobus trasformati in ambulanze.

Il 2 agosto è stato e rimane il giorno più brutto e al tempo stesso più bello per la nostra città.
Fu il più brutto per l’orrore della strage fascista, per i depistaggi e gli insabbiamenti che l’indagine subì e che hanno impedito – a 33 anni di distanza – di sapere ancora chi furono i mandanti, anche se oggi secondo Paolo Bolognesi ci siamo vicini.
Il 2 agosto rimane il giorno più brutto per il fango che ogni anno, puntualmente, la destra (post) fascista cerca di gettare sulla verità e sul ricordo della strage.
Non dimentichiamo, infatti, l’assessore della giunta Guazzaloca che voleva far ripartire l’orologio fermo alle 10.25, che voleva togliere la parola “fascista” dalla lapide che ricorda i morti nella sala d’attesa della stazione e che ancora oggi si incarognisce su piste alternative che non hanno condotto da nessuna parte.
Ogni anno lo stesso fango e quest’anno non ha fatto differenza. Giusto ieri, infatti, un consigliere regionale del Pdl ha affermato che non ci sono prove certe che la strage fu fascista nè di Stato. A noi pare che le uniche prove a mancare siano quelle del senno di questo esponente del Pdl.

Il 2 agosto, però, è in certo senso anche il giorno più bello per Bologna. Lo è per la grande solidarietà di allora, che rivelò il dna di questa città, e continua ad esserlo perchè questo tragico anniversario è diventato un appuntamento di partecipazione civile, di commozione e ricordo collettivo che non si è logorato con gli anni. Oggi come allora, anziani e giovani si ritrovano in piazza Medaglie d’Oro con gli occhi lucidi e la stessa voglia di verità e giustizia.
Il 2 agosto 1980 avevo nemmeno due mesi di vita ed ero ricoverato al Sant’Orsola. Penso che la vibrazione della bomba e le sirene delle ambulanze mi siano rimaste sottopelle, come sono rimaste sottopelle ai cittadini di questa città che, 33 anni dopo, non si rassegna a dimenticare.