Martedi d’oro per il festival: prima Joshua Redman, uno dei sax più apprezzati della scena attuale, poi Quartet Diminished, voci nuove dal jazz iraniano.

Chi c’è nel Piatto ?

Joshua Redman è il classico figlio d’arte, infatti sua madre è la danzatrice Renee Shedroff ed il padre quel Dewey Redman che fu il contraltare al sax di Ornette Coleman così decisivo nella grande avventura del mitico “inventore” del free jazz. Fu proprio con papa’ che nel 1990  al Village Vanguard, prima uscita per un ragazzo che si guadagnerà giustamente la palma tra i migliori improvvisatori degli anni a venire.

L’orizzonte di Joshua rimane per lo più nell’ambito del mainstream, una rielaborazione continua di temi ed ritmi che valorizzano il momento solistico. Questa dimensione fa assumere al saxofonista di Berkley una dimensione “altra” dalla pesante eredità del nome portato, inducendolo a sviluppare una fraseggio dalla perfetta intonazione timbrica, dalla geometrica costruzione solistica, dalla grande capacità di costruire e smontare a piacimento l’incedere ritmico dei brani, in una rielaborazione del virtuosismo rollinsiano attraversato dalle innovazioni di Joe Henderson e Wayne Shorter, diventando uno dei protagonisti del suo strumento sulla scia dell’immortale insegnamento di Charlie Parker.

Innumerevoli i premi conseguiti e le collaborazioni di una incredibile carriera, testimonianze di un musicista assolutamente ricercato dentro e fuori l’ambiente jazzistico.

Tra le tante situazioni d’eccellenza di Joshua Redman ne segnaliamo due: il duo con il pianista Brad Meldhau e la collaborazione con il trio di Iverson/Andersen/King dei Bad Plus . Proprio quest’ultimo ensemble ha creato recentemente una incisione in studio che ha fatto standing ovation in tutta la critica specializzata.

A volte Redman è stato rimproverato per l’accompagnarsi con band considerate non all’altezza del leader. A Bologna invece la formazione si presenta tutta assolutamente adeguata all’arduo compito: infatti Aaron Parks al pianoforte, Matt Penman al contrabbasso e Eric Harland alla batteria sono garanzia non solo di ottimi partners, ma anche possono rivelarsi come sorprese all’interno del concerto al Teatro Duse. Una chicca da non perdere.

Inoltre …

Quartet Diminished nasce e si forma in Iran. Per la prima volta in assoluto, la giovane band è alle prese con un vero e proprio tour europeo che gli permetterà di presentare al pubblico Station One (Hermes Records, 2015) ultimo, eccellente, lavoro discografico. L’estetica musicale, la perizia tecnica e la freschezza delle idee del gruppo sono assolutamente in linea con l’attualità del linguaggio improvvisativo dei colleghi europei e statunitensi, segno inconfutabile che la musica non conosce barriere che possano resisterle. (dal sito del Bologna Jazz Fesrival)


Le recensioni dei concerti passati già al festival: Nasheet Waits, Miguel Zenon, Marcos Valle,Gary Bartz Children of Light, Kennt Garrett, Ron Carter 

Giovani Jazzisti crescono: ascolta l’audio con Stefano Olivo, giovanissimo sax che con la sua band Jazz Theory suonerà nella sala d’attesa del Duse prima del concerto di Joshua Redman