All’ombra del grande Wayne Shorter fiorisce un trio di grandi professionisti per una classicità di raffinata esecuzione

Chi c’è nel Piatto

Danilo Perez, pur possedendo alle spalle una solida cultura classica, ben presto si rivolge alla musica jazz per la sua identità creativa e professionale. Pianista di indiscussa qualità esecutiva, riesce ad interagire con le song di partenza rivisitandole secondo il suo segno carattteristico, dove una capacità di giocare con le armonie si lega ad un pulsare latino, traccia della sua provenienza panamense.

Non tarda a mettersi in luce e ad annoverare collaborazioni prestigiose quali quelle con Charlie Haden, Steve Lacy, Michael Breker, Wayne Shorter e Wynton Marsalis.

John Patitucci è a pieno titolo uno dei bassisti più ricercati nel mondo del jazz e non, vista la sua efficacia del segnare ritmi ed atmosfere del brani musicali e verstilità nel confrontarsi nei diversi generi (da Stan Getz e Freddie Hubbard fino a Sting o Astrud Gilberto…). Anche lui approda nella formazione del mitico Wayne Shorter.

Brian Blade incontra la black music con il gospel, essendo stato per decenni pastore di Shavenport. Dopo il violino approccia la batteria, strumento che gli regala grandi soddisfazioni artistiche. Come i musicisti già presentati, anche Blade naviga in un ambiente mainstream, senza rifuggire altre esperienza come quelle a fianco di Bob Dylan o Joni Mitchell. E’ anche l’ultima pedina dell’incredibile quartetto di Wayne Shorter. Infatti già nel 2009 abbiamo avuto modo di ascoltare questa formazione capitanata dal mitico saxofonista, l’Hightlander del jazz, meravigliandoci non solo dell’eterna giovinezza crerativa del leader, ma anche scoprendo i suoi partners non solo ottimi nell’accompagnare un’icona della musica afroamericana, ma anche capaci di mettersi in evidenza fuori dall’ombra magnifica di Shorter. Oggi il trio ribattezzato Children of light ha preso il volo e dimostra di meritarsi assolutamente di vivere di luce propria e di conquistarsi i favore del pubblico del festival.

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