Ieri hanno accusato il colpo quando la Digos ha notificato sei divieti di dimora ad altrettanti attivisti per le tensioni in occasione dello sgombero dell’occupazione all’Istituto Santa Giuliana. Oggi, attiviste e attivisti di LUnA hanno risposto alla Questura, contestando la ricostruzione dei fatti di quel 17 ottobre e denunciando il clima repressivo che si respira a Bologna e altrove.

Dopo i sei divieti di dimora LUnA denuncia il clima di repressione

«Secondo loro io mi sarei rotta la testa inciampando addosso ai miei compagni», racconta ai nostri microfoni Martina, l’attivista che il 17 ottobre riportò una ferita a seguito di una manganellata. La stessa attivista circa un mese fa denunciò il poliziotto che l’aveva colpita e di cui afferma di ricordarsi il volto.
LUnA mette in relazione i diviedi di dimora arrivati per i suoi attivisti alle violenze poliziesche viste a Pisa e Firenze e più in generale al clima di repressione che si respira in Italia.

Un clima che va a colpire chi, dal basso, cerca di costruire comunità. «Le forze dell’ordine cercano di alimentare una narrazione che fa passare i compagni per violenti – continua Martina – La parte che costruisce questa città e crea reti solidali, salute, unione, la parte bella della città cercano di confinarla al di fuori».

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