Non è casuale la scelta di Potere al Popolo (PaP) di Bologna di tenere una conferenza stampa proprio oggi, 1 febbraio, davanti al Comune di Bologna. Proprio oggi, infatti, si riunisce il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, composto da Prefettura, Questura e lo stesso Comune, che con ogni probabilità, come ha anticipato venerdì scorso il nuovo prefetto Attilio Visconti, rinnoverà di un altro mese l’ordinanza che vieta di svolgere manifestazioni nel centro cittadino. Una misura che PaP trova ingiusta e insensata.

Diritto di manifestare, PaP contro la proroga dell’ordinanza

Il divieto di tenere manifestazioni nel centro storico delle città era stato varato dal governo e recepito dalle Amministrazioni locali prima di Natale, in seguito alle numerose manifestazioni No Vax e No Green Pass. La regola, però, era stata estesa a qualunque tipo di manifestazione e le ragioni della ministra Luciana Lamorgese già allora erano suonate gravi. In particolare, l’esecutivo sembrava voler tutelare una sorta di diritto allo shopping, sacrificando invece un diritto costituzionalmente garantito come quello alla manifestazione del proprio pensiero e anche al dissenso.

Già all’epoca era apparso chiaro che le ragioni sanitarie, con il tentativo di evitare gli assembramenti, avevano poco a che fare con il provvedimento, dal momento che centri commerciali e manifestazioni religiose, solo per fare due esempi, hanno registrato calche senza il bisogno di rispettare particolari norme.
Passato il Natale, però, a Bologna il divieto è stato rinnovato un po’ in sordina per tutto il mese di gennaio e ora l’orientamento delle autorità è quello di rinnovarlo.

«Proprio venerdì scorso è stato vietato a Usb tenere un presidio statico davanti alla Prefettura durante lo sciopero della sanità – ricorda ai nostri microfoni Marta Collot di PaP – Oggi abbiamo chiamato un presidio e una conferenza stampa proprio per denunciare il grave problema di democrazia che attraversa questa città che si dice la più progressista d’Italia».
Collot ribadisce l’assenza di ragioni sanitarie nel divieto di manifestare nel centro storico. «L’ordinanza che verrà rinnovata è antidemocratica – aggiunge Collot – perché, di fatto, mentre tutta la produzione continua ad andare avanti e sul piano sanitario la gestione pandemica è disastrosa e antepone gli interessi del profitto alla collettività, non è permesso nemmeno protestare».

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARTA COLLOT:

Nel tardo pomeriggio, poi, arriva il responso del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Contrariamente a quanto anticipato dal Prefetto, l’ordinanza che disponeva il divieto di manifestare in centro non è stata rinnovata.

Democrazia, la questione irrisolta della nomina in Quartiere

Il prossimo 3 febbraio, alle 18.30 al CostArena di via Azzo Gardino, proprio PaP ha organizzato un’assemblea pubblica sul tema della democrazia. “Ripristinare la democrazia a Bologna” è il titolo dell’iniziativa, che fa seguito ad una lettera aperta scritta da un gruppo di cittadini preoccupati per ciò che sta accadendo in città. Il riferimento è alla questione del Quartiere San Donato-San Vitale dove, per un errore procedurale, dopo le ultime elezioni amministrative è stata nominata una consigliera di Forza Italia al posto di un consigliere di Potere al Popolo, che aveva ottenuto più consensi.

«Il Comune e il Quartiere, invece di riconvocare l’ufficio elettorale, hanno fatto muro di gomma – ricorda ai nostri microfoni Riccardo Rinaldi di PaP – demandando la soluzione del problema al Tar, che ha una procedura lunga e complessa e comunque non politica».
Proprio a metà febbraio è attesa la pronuncia del tribunale amministrativo, ma PaP ha già fatto sapere che, oltre alla questione della nomina del proprio consigliere, ha intenzione di impugnare tutte le delibere approvate dal Consiglio di Quartiere che considera illegittimo.

«Abbiamo fatto anche richieste di accesso agli atti, perché abbiamo saputo che si sono verificate situazioni simili in altri Quartieri, che però sono state risolte in cinque minuti – continua Rinaldi – Gli accessi agli atti, in questo momento, non hanno dato risultati, non ci hanno risposto. Anche questo verrà portato al Tar per verificare la correttezza del comportamento del Comune e del Quartiere».

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