Il 5 dicembre alle ore 17:00 si terrà a Palazzo Hercolani a Bologna la presentazione e laboratorio del Toolkit digitale creato da Chayn Italia su come affrontare la Diffusione Non Consensuale di Immagini Intime (DNCII). «Chayn Italia nasce nel 2015 su iniziativa di un gruppo di attiviste e professioniste che si raccolgono insieme con l’obiettivo di costruire strumenti di contrasto alla violenza di genere, utilizzando tecnologie con un approccio femminista e transfemminista» descrive Claudia, attivista di Chayn.

Un laboratorio sulla Diffusione non consensuale di immagini intime per il Festival La Violenza Illustrata

L’incontro, che è parte della rassegna del Festival La Violenza Illustrata, presenterà il Toolkit che è stato creato da Chayn Italia, già visibile nel sito dell’associazione per chi non potrà partecipare in presenza. Prima della parte laboratoriale, invece, verrà approfondito il tema della violenza di genere digitale insieme alle attiviste di Chayn, a Chiara Gius, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e a Cristina Gamberi, ricercatrice femminista e assegnista di ricerca Università di Bologna.

Il Toolkit che Chayn proporrà al pubblico tratta di Diffusione Non Consensuale di Immagini Intime (DNCII) e al suo interno si trovano informazioni utili per comprendere meglio cos’è la DNCII, gli strumenti cui ricorrere per salvaguardarsi e alcuni consigli sull’autotutela digitale. «Queste risorse che creiamo vogliono provare ad aiutare persone che hanno vissuto questa violenza o persone vicine. Il Toolkit nasce da interviste e conversazioni con persone che hanno vissuto la violenza e costituisce una cassetta degli attrezzi che le persone che stanno vivendo questa situazione possono utilizzare per uscirne e che pone le basi perché tutti siano più consapevoli di come le tecnologie funzionano e possano usarle in maniera più consapevole» racconta l’attivista.

La DNCII è spesso impropriamente chiamata ‘Revenge Porn’ ma Chayn ricorda la necessità di cominciare a far circolare un nuovo termine che non distorca il fenomeno, bensì lo descriva in tutte le sue sfumature e problematiche: «il Revenge Porn è un termine molto problematico per vari motivi. Prima di tutto, la diffusione non consensuale non è pornografia perché la pornografia è consensuale, poi non è vendetta perché la maggior parte delle motivazioni sono una sensazione di potere o l’umiliazione, e infine la vendetta implica una rivittimizzazione della persona che ha subito la violenza, spostando la colpa su quest’ultima invece che sul reale colpevole» ricorda Claudia.

ASCOLTA L’INTERVISTA ALL’ATTIVISTA DI CHAYN ITALIA: