Nonostante le misure di austerity messe in atto dal Governo Monti, a non essere toccate dai tagli restano le spese militari.

Proprio in questi giorni il Ministro della Difesa, l’ammiraglio Di Paola, ha annunciato una riforma della difesa per tagliare i costi, come quelli relativi all’acquisto dei famigerati cacciabombardieri F35, passati da 131 a 90. La notizia sembrerebbe indicare un’effettiva volontà di abbassare i costi legati alle forze armate, ma da un’analisi più oculata emerge come in realtà le cose siano molto diverse. Nella proposta di riforma della difesa avanzata dal ministro Di Paola è, inoltre, di primaria importanza il legame sempre più stretto con le forze armate statunitensi e della Nato. Ovviamente in spregio all’articolo 11 della nostra Costituzione, che ripudia la guerra come risoluzione dei conflitti. Altra questione sollevata dal ministro della Difesa è la penuria di fondi per le spese militari.

Massimo Paolcelli di Altraeconomia, e autore, insieme a Francesco Vignarca, del libro-inchiesta “Il caro armato”, smonta le ottimistiche e rassicuranti tesi del ministro.

Qui sotto puoi ascoltare l’intervista completa a Massimo Paolcelli