Sbilanciamoci, Libera, Gruppo Abele, Arci e Rete della Conoscenza lanciano una proposta di risoluzione che verrà presentata al Parlamento in vista della discussione del Def prevista per metà aprile. La richiesta è quella di escludere la spesa sociale dal Patto di Stabilità.

La risoluzione si collega alla proposta lanciata dalla campagna (im)Patto Sociale, promossa dalle stesse associazioni, e rivolta agli amministratori locali, al Parlamento e al Governo. La richiesta è di porre fine alle politiche di austerità e, in ogni caso, di escludere la spesa sociale dal Patto di Stabilità.

La campagna (im)Patto Sociale, spiega Grazia Naletto, portavoce dell’associazione Sbilanciamoci, è il frutto “dell’alleanza fra quelle forze sociali che in questi anni hanno avviato iniziative per contestare l’approccio comunitario alla gestione delle  risorse pubbliche”. Perchè, continua Naletto, “noi pensiamo che la tesi che sta alla base di queste scelte sia sbagliata”. Secondo Sbilanciamoci! e le altre associazioni la crisi economica di questi anni non è stata provocata da una mala gestione delle risorse pubbliche, ma da “un cattivo utilizzo della finanza privata”.

(Im)Patto Sociale vuole “ribaltare completamente le tesi che stanno alla base delle scelte politiche europee e che creano nuove diseguaglianze”. Con questa specifica campagna, Sbilanciamoci! e le altre reti sociali si propongono “di affrontare il tema della riduzione delle grandi diseguaglianze sociali e la protezione dei diritti sociali delle persone”. Da qui la proposta centrale di escludere la spesa sociale dal Patto di Stabilità.
Le altre due proposte sono di cessare di abbattere la spesa sanitaria e tornare a investire nell’istruzione e nella ricerca, in particolare di riportare il livello della spesa per l’istruzione almeno sul livello della media europea.

Anna Cesari