La regista di “DEANDRÉ#DEANDRÉ – Storia di un impiegato” Roberta Lena racconta il suo film presentato il 9 settembre alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film uscirà in più di trecento sale italiane il 25, 26 e 27 ottobre.

Dopo il tour nei teatri dell’opera rock “Storia di un impiegato” Roberta Lena realizza un film che racconta la storia di Fabrizio De André attraverso uno dei suoi album più politici, “Storia di un impiegato”. La figura del figlio di Faber, Cristiano De André, diventa centrale come chiave di lettura di uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi. Attraverso i ricordi, le memorie e le storie del figlio infatti prende vita un viaggio in ricordo di Faber. La storia dell’impiegato protagonista dell’album del 1973 di De André viene raccontata su tre piani differenti: il piano politico portato da Fabrizio, quello artistico portato da Cristiano artista contemporaneo e il rapporto padre e figlio. E’ una storia innestata a partire dalla storia di Cristiano, spesso conflittuale con il padre. Le immagini intime e sincere fanno emergere tutta la portata politica di questo album, si rivivono i discorsi e le prese di posizioni politiche di un autore che ancora oggi risulta essere quanto mai contemporaneo.

La politica di De Andrè oggi

La regista racconta poi l’opportunità che questo film ha per lei rappresentato. «Ho ritrovato nelle parole di Fabrizio De André la coincidenza assoluta con quello che sto vivendo da anni. Il dramma dell’ingiustizia assoluta che oggi perseguita mia figlia, partigiana combattente contro l’Isis». Roberta Lena denuncia la storia della figlia Eddi Marcucci, condannata a sorveglianza speciale per presunta pericolosità dopo aver combattuto con le YPJ insieme alle donne curde. La lotta che porta avanti la figlia di Roberta Lena risuona nella parole di libertà di Faber che la regista ha rappresentato nel suo film. L’obiettivo della regista infatti è quello di attualizzare le posizioni politiche che “Storia di un impiegato” evoca, partendo dalla storia di Eddi ma citando altre storie di lotte dal basso che purtroppo sono accomunate dalla repressione che subiscono. Faber quindi viene portato nel presente, come poeta, come soggetto politico, come rivoluzionario. La sua storia viene proposta nel presente attraverso alcuni dei suoi momenti più intimi della storia del suo passato.

Dopo la presentazione del film a Venezia nella sezione Fuori Concorso verrà proiettato in più di trecento sale in tutta Italia il 25, 26 e 27 ottobre, con l’augurio della regista di far diventare questi tre giorni un momento di festa collettiva perché, spiega «in qualche modo Fabrizio appartiene a tutti noi».

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