Si entra nella settimana decisiva per le sorti della riforma della scuola e il futuro dell’istruzione. L’intenzione di Renzi è quella di aggirare la discussione parlamentare ponendo la fiducia sul testo del ddl. Proseguono intanto le mobilitazioni in tutto il paese, contro quello che viene definito “un ricatto” da parte del premier.
DDL Scuola: si scende in piazza per dire NO
Il futuro dei precari come arma di ricatto per le sorti del Governo. Potrebbe essere riassunta così l’ultima idea di Renzi per far approvare la riforma della scuola, bersagliata da migliaia di emendamenti. Dopo l’annuncio di far slittare le assunzioni a causa dell’allungarsi dei tempi di discussione parlamentare, il premier ha cambiato rotta e intende ora porre la fiducia sul provvedimento. Le assunzioni rimangono così subordinate al resto della riforma: e proprio qui sta quello che da più parti viene bollato come un vero e proprio ricatto da parte del primo ministro, che mette nelle mani della minoranza Pd e delle opposizioni la responsabilità di votare contro alle 100mila assunzioni, legando il futuro dei precari a quello della legislatura.
“È il ricatto dei ricatti – dichiara Antimo Santoro dei Cobas Scuola – questi 100mila, ma sono molti di più, lavorano da anni all’interno della scuola, e assumerli è un dovere come ha spiegato anche una sentenza europea. Renzi vuole legare queste assunzioni al resto della riforma, un ricatto che viene rifiutato da buona parte dei precari stessi che vogliono chiarezza sulla loro assunzione. Uno strappo ulteriore – prosegue Santoro – anche dopo gli annunci di Renzi dopo la batosta elettorale di riaprire il dialogo. La scuola è diventata oggetto di mercato e ricatto politico, per mantenere in piedi il governo nonostante quello che sta accadendo nel paese“.
Prosegue infatti la mobilitazione di sindacati, associazioni e di chi la scuola la vive quotidianamente. Sia a Bologna che in tutta Italia la protesta non si ferma, e la settimana appena cominciata si preannuncia calda. Già a partire da domani, martedì 23 giugno, in concomitanza con la riunione della commissione Istruzione del Senato – quando verrà presentato il maxiemendamento del Governo – sono state annunciate manifestazioni in tutta Italia. A Bologna andrà in scena un presidio itinerante che si muoverà a partire dalle 17.30 dal ginko biloba di Largo Respighi, dove ha sede il Provveditorato, fino alla Prefettura. Le piazze si riempiranno anche nei giorni successivi, 24, 25 e 26 giugno, al passaggio in Aula del Ddl: “Si cerca di andare in sintonia con le mobilitazioni che si tengono in tutta Italia – spiega Santoro – si sta pensando a una manifestazione unitaria venerdì 26, il giorno del probabile voto di fiducia in Senato”.