La terza mostra fotografica di Mast è dedicata a David Linch, che stampa i suoi incubi sulla lastra fotografica. GUARDA LE FOTO.

  David Lynch: The Factory Photographs

                     Dal 17 Settembre 2014 al 31 Dicembre 2014 – Mast di via Speranza 42, Bologna  

                                                      Martedi-Domenica   10.00-19.00

Terza mostra fotografica di arte industriale al Mast, la “fabbrica perfetta” di Borgo Panigale.

Protagonista di questa esposizione David Linch, regista, produttore, sceneggiatore, pittore, musicista ed attore. Il poliedrico statunitense non fa mistero della sua passione per i luoghi della fatica, dove la condizione umana si scontra con il duro lavoro e le sue condizioni avverse. Così, negli scatti dell’artista, i panorami di archeologia industriale assumono i tratti di oscuri altari dell’inconscio, ritrovando nelle scene fissate dall’obiettivo quell’inquietudine del Mulholland Drive cinematografico. Non a caso Linch rivendica l’uso del bianco e nero rispetto alle più ovvie potenzialità del colore, proprio perché è in quei  radicali chiaroscuri che si esplicita il “luogo magico” di un mondo che fu. Il mondo deindustrializzato viene colto in fabbriche dismesse della Germania, della Polonia, dell’Inghilterra e degli stessi USA.

Il percorso espositivo viene arricchito con la proiezione di corto come Industrial Soundscape, ossessivo ciclo continuo di produzione scandito da macchinari senz’anima né tempo.

Invece, all’interno del bell’auditorium del Mast, viene proiettato a ciclo continuo Industrial Symphony # 1: The Dream of the Brokenhearted, cinquanta minuti di pellicola onirica condotta dalle musiche di Angelo Badalamenti che ci introducono in un ambiente disperato fatto di canzoni, sirene con bombardamenti, monologhi telefonici e corpi desideranti.

La narrazione è dentro un sogno della protagonista Laura Dem sconvolta dalla passione dolorosa per un amore che va a finire. Ancora una volta è la fabbrica la location del racconto.

Qui la Factory diventa pop, videoclip artistico dove l’oscutità rimbalza nelle varie scene in sequenza. Non si possono non riconoscere delle pulsazioni sonore che conoscemmo al tempo del Twin Peaks televisivo, così come non si può non vedere quella ispirazione surreale che lega tutti i film, le foto, le musiche ed i video di David Linch.

Una bella mostra di foto, un’occasione per ritrovare un maestro della cinepresa, l’opportunità di conoscere un luogo cittadino di grande fascino.

Tutto questo succede a Bologna, anche se molti non lo sapranno mai.