A fronte di un dibattito politico che vorrebbe norme sempre più protezioniste in questo ambito, è interessante notare come la normativa attuale sulla detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti abbia già prodotto un numero di detenuti per reati legati alla droga che in Italia doppia la media europea del 16,8%. Ne abbiamo parlato con Claudio Paterniti Martello di Associazione Antigone.

Carceri: quasi un terzo dei detenuti è dentro per spaccio

Per l’ennesima volta il sistema carcerario italiano è stato bocciato dal rapporto “Space” del Consiglio d’Europa, che lo vede tra i più sovraffollati del continente e segnala che in Italia ci sono troppi detenuti in attesa di un primo giudizio o di una sentenza definitiva (il 34,5% contro una media europea del 22,4%). Ma dal rapporto emerge anche che il numero di detenuti reati legati alla droga sono quasi il doppio della media europea del 16,8%. Una percentuale che, come spiega Claudio Paterniti Martello di Antigone, “riguarda in buona parte i soggetti più vulnerabili, quindi non tanto gli esponenti della criminalità organizzata che organizzano il narcotraffico quanto i piccoli spacciatori. Perché la maggior parte dei detenuti per violazione del Testo Unico sulle droghe lo sono per violazione dell’articolo 73, che punisce la detenzione ai fini di spaccio”.

Quindi le sovraffollate carceri italiane brillano nel panorama europeo per il numero di “piccoli spacciatori” detenuti (un terzo circa dell’intera popolazione carceraria). Un dato legato proprio a quel protezionismo che Salvini e la Lega vorrebbero rafforzare, come dimostra il fatto che “si tratta di una percentuale in netta diminuzione rispetto a poco anni fa – spiega Paterniti Martello – cioé alla pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale parte della Fini-Giovanardi. Perché nel momento in cui la Fini-Giovanardi ha equiparato sostanzialmente droghe leggere e droghe pesanti il numero di detenuti per violazione del Testo unico sulle droghe è aumentato di moltissimo e si era arrivati intorno al 41,5%. Questo mostra come la normativa abbia effetti giganti, e criminogeni in questo caso. Perché è un trattamento non solo sterile ma dannoso nei confronti della società. Si sceglie un approccio che non è guidato dal diritto alla salute ma che è puramente repressivo e che non porta da nessuna parte. È chiaro che noi ci siamo opposti e continueremo a opporci in tutte le sedi possibili e immaginabili al Ddl di cui parla Salvini e che vouole abolire la lieve entità”.

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