Dopo le indagini e le polemiche sull’ordinanza con cui il sindaco ha ridato acqua agli occupanti, Roberto Morgantini e Mattia Fontanella hanno ideato e svolto un’iniziativa simbolica per riportare al centro il principio umanitario di dare a tutti un bene primario fondamentale. In piazza anche i referendari dell’acqua e molti tra consiglieri e assessori.

L’iniziativa per ricordare l’importanza dell’acqua pubblica

Dar da bere agli assetati“. Lo dice il Vangelo, lo dice la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, lo dicono anche Roberto Morgantini e Mattia Fontanella, organizzatori di un’iniziativa – “un po’ provocatoria”, ammettono loro – svoltasi questa mattina davanti a Palazzo D’Accursio.
Armati di caraffe e bicchieri, gli attivisti hanno distribuito acqua gratuitamente a tutti i passanti, per invitare tutti a “restare umani“, come diceva Vittorio Arrigoni, e per intervenire nelle polemiche scoppiate in seguito all’inchiesta per abuso d’ufficio nei confronti del sindaco Virginio Merola, dopo l’ordinanza con cui ha fatto riallacciare l’utenza idrica in due occupazioni abitative cittadine.

“Prima della legalità viene l’umanità – afferma Fontanella ai nostri microfoni – Siamo rimasti un po’ sorpresi delle polemiche, specie in una città con la storia e la tradizione come la nostra, la città di Francesco Zanardi che aprì i forni per rispondere alle istanze dei cittadini”.
Tra i passanti che hanno placato la sete al banchetto dell’iniziativa, molti cittadini, ma anche molti esponenti del Consiglio comunale e della giunta.
Sono arrivati anche i referendari di Acqua Bene Comune – racconta l’attivista – a testimoniare il fatto che l’acqua è un bene primario, che non si può negare a nessuno”.

Per Fontanella, nel dibattito non bisogna sovrapporre il discorso dei diritti umani da quello delle occupazioni abusive, che sono distinti. L’attivista, in ogni caso, sottolinea che la questione della casa sconta anche il problema dei molti edifici vuoti presenti in città.
“L’importante è far riflettere le persone – conclude – perché spesso non si ragiona sulle cose”.