Come prime avvisaglie, un concerto di sue musiche che doveva essere radiotrasmesso in diretta che viene inspiegabilmente annullato, poco prima dell’avvento delle famigerate leggi razziali del ’38. Indotto ad avviare le pratiche al fine d’ottenere l’espatrio in America, la cui conditio sine qua non era avere l’appoggio di un cittadino statunitense d’alto lignaggio a mò di garante, vi riesce tramite l’aiuto di eminenti colleghi musicisti già precedentemente emigrati e con tanto di cittadinanza già conseguita. Tutto questo gli spianerà la strada verso la settima arte.
Riceverà l’aiuto del violinista Jascha Heifetz, del chitarrista Andrés Segovia (il quale gli ha già precedentemente commissionato il primo dei 2 concerti per chitarra ed orchestra) e di Arturo Toscanini (quest’ultimo impegnatosi ad offrirgli occasioni di lavoro), per consentirgli finalmente di espatriare in America, il compositore ebreo Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), il quale, oltre ad ottenere una cattedra di composizione in quel di Los Angeles, farà fortuna ad Hollywood, collaborando, sia pure non accreditato, alle colonne sonore di oltre 250 film, avendo tra i suoi allievi di composizione, 4 futuri compositori di grandi colonne sonore, come Elmer Bernstein, Jerry Goldsmith, Henry Mancini e John Williams! Altro musicista “inattuale”, caratterizzato, analogamente a Rota e Menotti, da uno stile di grande comunicativa, senz’altro aproblematico dal punto di vista armonico, ma anche indubbiamente “cinematico”, come si evincerà pure dall’ascolto, nel corso del paio di trasmissioni del mese corrente, di alcune delle 11 ouvertures da concerto, tratte da drammi e commedie shakespeariane, in cui l’autore dimostra tutte le sue abilità nel trattamento fantasioso dell’orchestra e nella capacità di creare atmosfere.
Come prima serie di assaggi, avremo le ouvertures per “Giulio Cesare” (Julius Caesar), op.78; “La bisbetica domata” (The Taming of the Shrew), op.61;” Antony and Cleopatra”, op.134; “La dodicesima notte” (The Twelfth Night), op.73. Come seconda tornata, “As You Like It”, op.166; “Il Mercante di Venezia” (The Merchant of Venise), op.76; “King John”, op.111; “Il Racconto d’Inverno” (The Winter’s Tale), op.80. Brani estremamente evocativi ed ispirati, composti fra il ’30 ed il ’53, protesi più a cogliere il carattere generale dei singoli titoli, piuttosto che seguirne pedissequamente le trame, altamente rappresentativi della cospicua produzione di un altro compositore nostrano purtroppo scarsissimamente eseguito dalle nostre latitudini, attualmente, ma non c’è affatto da meravigliarsene, visti i tempi!
Piuttosto è singolare il fatto che, a registrare su disco, per la prima volta in assoluto, tutte queste composizioni, si sia ricorso ad un’orchestra australiana ed a un direttore inglese e per conto di una casa discografica avente la sede centrale ad Hong Kong! E’ ancora più curioso il fatto che queste incisioni, effettuate dal 14 al 22 aprile del ’94, abbiano inspiegabilmente atteso fino al 2010, per vedere finalmente la luce! Ennesimo mistero dell’imperscrutabile mondo discografico (o forse, problemi legali di diritti d’autore da sbrogliare? Vallo a sapere)!
Postludio: ma quanto è ancora troppo poco conosciuto il panorama musicale del secolo scorso, assai più vario e diversificato di quello che potrebbe apparire ad un’analisi frettolosa e superficiale, nonostante si sia usciti dagli estremismi avanguardistici. Che sia il fatto che forse il tempo già trascorso, non sia ancora sufficiente per averlo metabolizzato a dovere?”
Gabriele Evangelista