Ai nostri microfoni il regista francese narra un’epopea a fumetti per ragazzi della sinistra francese e di una trasformazione di un progetto editoriale: dal 1969 al 1993 Vaillant si trasforma in Pif Gadget.  A seguire incontriamo Tin Tin del fumettista belga Hergé, grande esponente della nuvoletta francofona, con grandi tirature di giornali, film, gadgets e produzioni varie.

Prosegue l’intervista di Caterina Ciareglio a Jean-Luc Muller, un regista francese che sta producendo un docufilm sull’epopea editoriale di Vaillant e Pif Gadget. Nella scorsa trasmissione abbiamo  affrontato  tematiche inerenti all’ indipendenza,  o alla sudditanza, intercorrente tra la redazione del giornale a fumetti e il Partito comunista francese, partito di riferimento di Vaillant. Quanta era la libertà creativa di creativi quali Cherét, Gotlib o Mandryka rispetto al “primato della politica”?

Questa settimana assisteremo al passaggio da Vaillant a Pif Gadget, quando il cartaceo venne unito ad un giocattolo per i giovani lettori,  aumentando clamorosamente la diffusione del giornale, ma forse perdendo parte del suo valore “socialista”.  Infine guarderemo a ciò che è rimasto oggi di Vaillant o Pif Gadget nella sinistra francese.

Nella seconda parte della trasmissione analizzeremo un grande competitor del cane Pif di Vaillant: il reporter/detective Tin Tin e il suo cane Milou.

Nato nell’alveo da una destra clericale francese venata anche da pulsioni fasciste, il giovane ragazzo col ciuffo ha incantato una grande platea di lettori con la sua capacità di narrazione fatta  di mirabolanti avventure, grande ritmo e colpi di scena.

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