Se ne parla da mesi, anche grazie alle sperimentazioni in alcune zone, ma ora c’è la delibera della giunta. Da giugno Bologna sarà ufficialmente la prima grande città italiana ad avere un limite di velocità consentito a 30 km/h. Lo hanno annunciato questa mattina il sindaco Matteo Lepore e l’assessora Valentina Orioli, che intendono quindi seguire le orme di città europee come Parigi e Berlino.

Limite di velocità, da giugno Bologna Città 30

Sono 14 i milioni di euro investiti dal Comune di Bologna per cambiare la segnaletica stradale e abbassare il limite di velocità. Da subito, però, partiranno gli incontri con la cittadinanza nei Quartieri, verranno coinvolti gli autisti del trasporto pubblico locale e i sindacati per rendere meno traumatica possibile la novità.
Azioni di una campagna che ha lo scopo di fare comprendere ai e alle bolognesi l’importanza di migliorare la sicurezza stradale, anche a fronte dei gravi incidenti che hanno mietuto vittime in città, come ad esempio in via Azzurra.

Oltre ai cartelli stradali, l’investimento servirà per la creazione di aree pedonali nei Quartieri, la modifica delle strade per la messa in sicurezza con rallentatori e tecnologie che riducono la velocità.
La rivoluzione che arriverà in città porterà dunque in tutte le strade urbane il limite di velocità ai 30, ad eccezione delle strade a grande scorrimento, dove il limite sarà fissato ai 50 orari.
«Dove è maggiore l’incidentalità noi interverremo per avere maggiore sicurezza – ha affermato Lepore – Il nostro obiettivo è morti zero sulle strade».

Il sindaco, però, sottolinea non è solo l’abbassamento della velocità stradale a salvare la vita. «Dobbiamo anche fare i controlli – sottolinea il primo cittadino – Dobbiamo modificare lo spazio pubblico e dobbiamo fare tanta educazione alla guida sicura. E lo faremo con una campagna importante andando in tutte le scuole, andando nei Quartieri dove discuteremo nelle assemblee del bilancio partecipativo il progetto della Città 30».
Di fronte alle possibili proteste, il primo cittadino osserva che la misura non intende discriminare chi va in auto, ma intende metterlo nelle condizioni di salvare la vita a se stesso e agli altri.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MATTEO LEPORE: