Continuano le violenze perpetrate dalla giunta militare egiziana nei confronti della popolazione che chiede libertà, uguaglianza e democrazia.
I morti, solo negli ultimi giorni, sono stati una dozzina (non è chiaro se il numero esatto sia di 12 o 13), e tra l’altro, notizia che purtroppo non stupisce, i proiettili che i militari sparano sulla folla sono di produzione italiana. Intanto la Giunta Militare al potere continua la politica di repressione del regime di Mubarak, mentre anche le donne egiziane si mobilitano in massa per protestare contro le ingiustizie che continuano a essere commesse dai militari.
Abbiamo raggiunto un giovane professore egiziano che prende parte alla rivoluzione di piazza Tahrir: qui sotto puoi ascoltare l’intervista tradotta