Stefano Pesce esce da ruoli televisivi per tornare al teatro, dal quale è  nato alla Scuola d’Arte drammatica di Milano. Dopo aver sperimentato questo testo in forma di monologo, lo rivisita, insieme al regista Gabriele Tesauri facendolo diventare un dialogo tra Opp e Ost, alle prese con un’inatteso trasferimento. 

Diverte e insieme offre occasione di riflettere sulle crisi esistenziali che colpiscono ognuno di noi davanti ai cambiamenti lo spettacolo presentato all’Arena del Sole da Novoteatro per la regia di Gabriele Tesauri di e con Stefano Pesce e la sua spalla Diego Ribon.

Dall’originale monologo dell’autore -attore, in questo allestimento il personaggio è  stato sdoppiato per meglio incarnare le due facce di una crisi: opportunità per un nuovo inizio, o ostacolo alla propria routine rassicurante e alla propria tranquillità. 

Due coleghi di lavoro vengono convocati al capufficio per l’annuncio del trasferimento ad altra sede di lavoro. OPP prende la notizia gioiosamente, decide di cambiare casa e trasferire la figlia in una scuola più  vicina alla nuova abitazione.

OST al contrario rifiuta l’idea di poter accettare il trasferimento e fa di tutto, inconsciamente o consciamente, non ci è  dato sapere, per ostacolare la chiusura di una pratica  la qual cosa giudica imprescindibile per poter lasciare,  eventualmente, ad altri, la propria postazione.

OST non concepisce la propria vita al di là  dell’ufficio, si ritiene indispensabile per mandare avanti il lavoro al’interno dell’azienda e non immagina nemmeno possibile fare altro che coltivare le sue pratiche, con eccezione dell’accudimento della moglie e della figlia. La sua nevrosi diventa ostacolo alla felicità e alla tranquillità di tutta la famiglia: nessuno riesce a dormire la notte, la figlia matura paure assurde e con la moglie non hanno più intimità. 

Tutte le vicende sono narrate in modo clownesco e iperbolico con uso di oggetti strani, fuori contesto, giocosi, a rappresentare ostacoli tutti immaginari, interiori che frenano la piena realizzazione di OST e di tutti gli uomini e le donne come lui.

I cambiamenti possono portare a inattesi risvolti e OPP e OST torneranno a trovare un proprio modo d’essere in una nuova forma.

Bravi gli attori, capaci di rendere credibili le più  strampalate trovate comiche e a dare solidità a personaggi simbolici usando gli strumenti basici dell’arte dell’attore: il volto, la postura, una camminata.

Spettacolo adatto anche ai più piccoli e utile a tutti noi adulti alle prese, ogni giorno, con scelte che potebbero cambiarci la vita solo accettando il rischio dell’ignoto.

Fino al 18 maggio in scena oe 20:30 Arena del Sole bigliettria anche telefonica:0512910910.