Se alla Cop21 di Parigi nel 2015 il mondo pensava di avere fino alla fine del secolo per mettere in campo le misure necessarie a contenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi (ma già all’epoca gli scienziati dicevano che la soglia prudenziale era di 1,5 gradi), l’accelerazione che sta subendo la crisi climatica ci porta, in appena nove anni, a rischiare di fallire l’obiettivo.
È quanto si evince da quello che suona come un “allarme rosso” della Wmo, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, che riferisce che la temperatura media globale è già aumentata di 1,45 gradi rispetto ai livelli pre-industriali.

Riscaldamento globale: la temperatura media ha già quasi raggiunto gli 1,5 gradi

La Wmo è l’agenzia dell’Onu che aveva già rivelato a gennaio che il 2023 era stato l’anno più caldo mai registrato da quando ci sono rilevazioni scientifiche, cioè dalla metà dell’Ottocento. La stessa organizzazione aveva pronosticato che il 2024 potrebbe essere ancora peggio.
Con il nuovo rapporto pubblicato ieri si scopre che la temperatura media globale sulla superficie terrestre nel 2023 è stata di 1,45 gradi sopra la media pre-industriale 1850-1900.
Sempre ieri, inoltre, un’altra agenzia Onu, la Fao ha lanciato l’allarme su una delle conseguenze della crisi climatica, in particolare per ciò che riguarda le locuste, che hanno la capacità di mettere a rischio interi raccolti, intervenendo in modo diretto sull’approvvigionamento alimentare in diverse aree del mondo.

«La temperatura media globale sta salendo da decenni perché stiamo continuando a gettare gas climalteranti in atmosfera – osserva ai nostri microfoni il giornalista Lorenzo Tecleme, curatore del libro “Guida rapida alla fine del mondo” – Nel 2015 a Parigi i grandi del mondo si diedero la soglia entro la fine del secolo, perché era un obiettivo raggiungibile e lontano. Oggi scopriamo che abbiamo quasi toccato gli 1,5 gradi e questo dato ci dà l’idea di quanto le politiche climatiche stiano fallendo».
Tutto ciò al netto dei fenomeni naturali periodici, come El Niño che stiamo vivendo in questi anni.

In particolare, ciò che anche diversi meteorologi e climatologi stanno osservando è una sorta di accelerazione della crisi climatica, in un trend che porta ogni anno ad essere più caldo di quello precedente. «Ogni anno è peggio del precedente – sottolinea Tecleme – Questo significa stare male ogni estate perché abbiamo caldo, ma vuol dire anche che aumentano gli eventi meteorologici estremi, aumenta la desertificazione e aumentano gli incendi e tutti gli effetti più spaventosi della crisi climatica».

Per fronteggiare la situazione, che probabilmente si sta presentando prima del previsto, occorrerebbe accelerare molto l’applicazione delle misure di contrasto alla crisi climatica.
«Innanzitutto bisogna abbandonare i combustibili fossili – osserva il giornalista – sostituendoli con rinnovabili ovunque, con tutti gli adeguamenti necessari per le reti, gli stoccaggi, eccetera. Poi bisogna rivoluzionare alcuni settori chiave della civiltà moderna, come i trasporti e l’alimentazione». In altre parole, le soluzioni sono note, ma non le stiamo applicando o non lo stiamo facendo con la velocità necessaria.

ASCOLTA L’INTERVISTA A LORENZO TECLEME: