È da diversi anni che il concetto di slow food si fa strada in uno stile di vita frenetico abituato a considerare la consumazione dei pasti come un’attività da chiudere il prima possibile, soprattutto se si deve tornare a lavoro. L’idea di uno stile alimentare più sano si coniuga bene con la riscoperta dei sapori locali legati non solo alla volontà di esaltare la propria tradizione culinaria, ma anche a esigenze ambientali.

Mangiare bene è il primo passo per vivere meglio. Molti disturbi legati allo stress o all’ansia possono essere migliorati cambiando il proprio modo di mangiare. E noi in Italia siamo fortunati, in quanto possiamo vantare una delle diete (quella mediterranea) più sana e completa di tutte. La nostra penisola offre una grande varietà di prodotti locali e quasi ogni città (se non ogni paesino) ha la sua ricetta caratteristica. Tutte le destinazioni per le vacanze in Italia sono ambite non solo per i siti culturali e paesaggistici che hanno da offrire, ma anche per ciò che si mangia. Anzi, negli ultimi anni si è sviluppato un vero e proprio turismo enogastronomico nel nostro Paese.

Una definizione di turismo enogastronomico

Quando si sceglie una meta non per andare al mare né per passeggiare nella storia, ma per sedersi a tavola e conoscere un luogo partendo dal gusto, si parla di turismo enogastronomico.

È credenza comune, infatti, che un modo utile per conoscere un territorio sia vedere da vicino che tipo di prodotti offre la terra e come questi vengono trattati dai cuochi locali. Già questo ci dice tanto della storia, della cultura, dell’economia di un territorio, soprattutto se poi ci si incammina per scoprire i luoghi di coltivazione o di lavorazione delle materie prime. Il turismo del gusto, spesso, è caratterizzato dalle visite guidate delle piantagioni, dei vitigni oppure dei locali degli artigiani che trasformano i cibi in piatti.

Un tipo di turismo in crescita

Uno studio recente condotto dalla professoressa Roberta Garibaldi del Tourism Management dell’Università di Bergamo ha messo in luce che ben il 55% degli italiani ha organizzato negli ultimi tre anni un viaggio destinato a conoscere i sapori del luogo visitato. Complice di questa percentuale è anche la crescente consapevolezza ambientale. Conoscere e sostenere le risorse alimentari di un luogo è un modo etico di viaggiare.

Le regioni migliori per il turismo del gusto

Quando si parla di località in cui mangiare bene in Italia c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Volendo restringere il campo, ci si può affidare al gusto della maggioranza. Un gran numero di persone, infatti, ha dichiarato di preferire dal punto di vista culinario queste regioni:

  • la Toscana con i suoi vini, le paste fatte in casa e la fiorentina;
  • la Puglia, meta apprezzata tanto per il mare quanto per i taralli e le orecchiette;
  • la Campania per la pizza, il casatiello e la pastiera;
  • l’Emilia-Romagna con la sua vasta offerta tra piadine, gnocchi fritti, tortellini e ragù;
  • la Sicilia per i tanti sapori contrastanti.

Scegliere una di queste zone come prima meta del proprio turismo enogastronomico significa fare centro e godersi una vacanza unica, sostenibile e gustosa.