Se una grande metropoli come Parigi decide di bandire nell’arco di pochissimi anni l’ingresso ai veicoli diesel cosa produce? L’impatto non è irrilevante anche sulla stessa produzione di veicoli e di carburante, ma anche sull’accesso alla città stessa delle fasce meno abbienti della popolazione e sul loro diritto alla mobilità, specie se in assenza di finanziamenti consistenti al trasporto pubblico.
È solo un esempio plastico che Andrea Cegna fa ai nostri microfoni per spiegare il succo del suo nuovo libro, “Cosa succede in città? Lo spazio urbano e l’interesse economico” (Prospero editore), che verrà presentato domani a Bologna, all’ex Centrale del latte in via di Corticella 129, all’interno di una serata a sostegno di Radio Onda d’Urto di Brescia.

Nel libro di Andrea Cegna l’analisi delle città come centro di potere

Il libro di Cegna mette a sistema ed indaga a livello globale fenomeni che ciascuno nei propri territori ha avuto modo di sperimentare. Non a caso concetti come gentrificazione, speculazione, turistificazione, city user e decoro non sono nuovi alle nostre orecchie. Ora, grazie al libro di Cegna, sappiamo che fanno parte di processi estrattivi che contraddistinguono le città di tutto il mondo, trasformate in centri di potere che a volte vanno oltre e condizionano le stesse politiche nazionali.

Il presupposto da cui parte il libro è che, dal 2015 e per la prima volta nella storia, gli abitanti delle città hanno superato quelli delle zone rurali. Una forza numerica che ha riorientato gli interessi del capitale, ma anche della forza militare. «La Nato, in un suo report di inizio Duemila – osserva l’autore ai nostri microfoni – dichiarava che dal 2020 in poi i conflitti si sarebbero combattuti dentro le città, perché le città sarebbero diventate il luogo della conflittualità e del governo del territorio».

Per mettere a fuoco il fenomeno, Cegna sceglie di analizzare il percorso della rete C40 Cities – Climate Leadership Group, una rete globale di grandi città che formalmente operano per sviluppare e implementare politiche e programmi volti alla riduzione dell’emissione di gas serra e dei danni e dei rischi ambientali causati dai cambiamenti climatici. Un percorso che, dall’analisi dell’autore, appare come una grandissima operazione di green washing e, per arrivare a questa conclusione ed individuare altre dinamiche comuni a diversi contesti nel mondo, anche in chiave anticoloniale, Cegna intervista ricercatori, docenti e studiosi di diverse città del mondo.

In estrema sintesi, il filo conduttore che caratterizza i fenomeni di trasformazione e controllo economico e politico nelle città è rappresentato da tre fattori. La speculazione, che spesso è edilizia ma non solo, la sicurezza, come pre-requisito per permettere ai capitali di intervenire in condizioni favorevoli, e le forme di resistenza, culturale ed esistenziale, che si manifestano in diversi contesti e che, quasi inevitabilmente, vanno incontro alla repressione, fino all’espulsione dalle città stessa degli ultimi e delle persone non omologate.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANDREA CEGNA: