Alla biblioteca Ruffilli si scontrano copyleft e copyright per poter fare chiarezza sulle licenze creative, un’alternativa anche etica a “tutti i diritti riservati” per gli artisti nell’era digitale. Tra gli ospiti Renzo Davoli, docente di informatica dell’Università di bologna, Andrea Zanni, di Wikimedia Italia e La compagnia fantasma, che già utilizza questo tipo di licenze.

Viviamo in un’epoca di sperimentazioni che vanno dal più stretto copyright (“tutti i diritti riservati all’autore”) al pubblico dominio. L’espressione copyleft, in un senso non strettamente tecnico-giuridico, indica anche il movimento culturale che si è sviluppato sull’onda di questa nuova prassi in risposta all’irrigidirsi del modello tradizionale di copyright. Diverse sono le questioni che pone questa filosofia, prima fra tutti l’importanza della libera diffusione.

Per questo la sala studio della Biblioteca Ruffilli ospiterà domani un incontro che tratta questi temi e le loro declinazioni pratiche, nel libro, nel teatro, nel web. All’incontro da titolo “Copyleft VS Copyright” si parlerà delle varie declinazioni del diritto d’autore: i creative commons possono essere applicati, come i diritti d’autore riservati, a tutte le opere e tanti artisti scelgono la licenza creativa per poter diffondere liberamente le proprie creazioni.
In particolare nel campo informatico sono nate le prime sperimentazioni di Copyleft, che hanno creato una nuova grande tipologia di software, da cui nascono GNU, Linux, Ubuntu, Firefox.  

Ospiti Renzo Davoli, docente di informatica dell’Università di bologna, Andrea Zanni, di Wikimedia Italia e La compagnia fantasma, che già utilizza questo tipo di licenze.