Alcune realtà femministe e transfemministe di Bologna, ieri notte, hanno dato vita ad una passeggiata con cui hanno violato il coprifuoco alle ore 22.00 come gesto di riappropriazione degli spazi.
«La sicurezza che lo Stato ci propone è limitata e spesso controproducente – si legge in un comunicato con cui si spiega l’azione – e le limitazioni incoerenti alla libertà di movimento e d’incontro ostacolano le pratiche di mutuo aiuto che come transfemministe abbiamo sempre messo in pratica nel rispetto della salute collettiva».

La passeggiata femminista contro il coprifuoco

La passeggiata ha attraversato diverse zone della città e le partecipanti, come osserva ai nostri microfoni una delle compagne che hanno organizzato l’azione, rivendicano «l’autogestione della nostra “safety” e la costruzione di forme di autodifesa collettiva».
Le realtà transfemministe rifiutano l’idea di sicurezza promossa dallo Stato, con forze dell’ordine e militari in giro per la città, che incarnano lo stereotipo eteropatriarcale, ma al contrario ribadiscono che «le strade sicure le fanno lə donnə che le attraversano».

«Il dover rientrare a casa, per lavoro, scelta o necessità dopo il coprifuoco – sottolinea l’attivista – diventa doppiamente rischioso, perché ci si toglie la possibilità di una pratica che poniamo in essere, quella di non tornare a casa da sole quando ci sentiamo insicure nell’attraversare lo spazio pubblico di notte. Ora se lo facciamo siamo esposte a un rischio più alto di ricevere multe».
Una città deserta ed abitata solo dalle forze dell’ordine, in altre parole, è una città pericolosa ed essere costrette ad attraversarla da solə aumenta i rischi e la paura.

Il rifiuto, però, assume anche forme anti-capitaliste, dal momento che l’opposizione al coprifuoco non riguarda l’apertura o meno dei bar o la possibilità di finire la cena con calma.
«Rifiutiamo ogni critica al coprifuoco da parte delle destre, asservite a logiche del profitto capitalista – spiegano ancora – Le stesse destre che da anni portano avanti retoriche ultracattoliche e patriarcali che vogliono diminuire la nostra autodeterminazione a tutti i livelli. Quello che vogliamo non è essere libere di consumare anche dopo le 10, vogliamo essere libere di tornare a casa vive e sicure e di autogestire la nostra sicurezza».

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