«Se non si può ballare non è la mia rivoluzione». Come sottotitolo porta la celebre frase dell’anarchica Emma Goldman e come titolo ha un ancora più esplicito “Smash repression“: è la Street Rave Parade prevista per sabato prossimo, 17 dicembre, a Bologna così come in altre città italiane. Un evento coordinato a livello nazionale per protestare contro la criminalizzazione e la repressione delle controculture giovanili, in particolare quella dei rave, contenuta nel decreto del governo che prevede fino a sei anni di carcere.

A Bologna e in altre città italiane la Street Rave contro la repressione via decreto

Oltre che nella nostra città, sabato prossimo si terranno analoghe manifestazioni a Roma, Napoli, Torino e Firenze.
La Street Rave Parade era un appuntamento annuale sotto alle Due Torri, fino al mandato di Sergio Cofferati. Poi lo sgombero del centro sociale Livello 57 ha fatto tramontare anche l’evento. «Siamo partiti con due Apecar e un po’ di giocolieri per una manifestazione che inizialmente era solo antiproibizionista – ricorda ai nostri microfoni Max del Lab57, uno degli organizzatori della Street Rave Parade di quegli anni – per poi finire con 300mila persone e 50 carri, provenienti da tutta Europa».

L’appuntamento bolognese di sabato prossimo, con cui le realtà locali hanno aderito alla mobilitazione nazionale contro la repressione, dettaglia anche tematiche legate al contesto. Come i continui sgomberi in città, l’ultimo dei quali ieri nell’occupazione del collettivo Infestazioni in via Stalingrado.
Ma sabato sarà anche la giornata mondiale delle sex workers, «altra categoria discriminata ed invisibilizzata, che lotta per i propri diritti», racconta l’attivista.

Nel corso della Street Rave Parade, Lab57 cercherà di fare riduzione del danno e di creare spazi più safe anche in ottica transfemminista. «Abbiamo anche invitato gli operatori dei servizi metropolitani di riduzione del danno, che a Torino e Firenze ci saranno – osserva Max – Vediamo se accettano, perché finora non abbiamo avuto risposta».
In ogni caso, la manifestazione di sabato a Bologna non vuole essere periferica, ma vuole attraversare spazi centrali della città, sia per riprendersela, sia per gridare ancora più forte contro la repressione che ha colpito i capri espiatori più facili, ma che in futuro potrebbe limitare le libertà anche di altre persone.

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