Scendono in piazza contro l’inazione dei governi rispetto alla crisi climatica, ma anche per la pace, la giustizia sociale, i diritti dei giovani. Sono le ragazze e i ragazzi di Fridays For Future, il movimento globale per il clima fondato da Greta Thunberg, che si prepara a tornare in piazza questo venerdì 25 marzo. La data è uguale in tutto il mondo – dall’India agli Stati Uniti, dicono i giovani – è lo slogan scelto è «People not Profit», persone e non profitto.

“I combustibili fossili stanno finanziando la guerra in Ucraina” dicono gli attivisti in sciopero

«Il catastrofico scenario climatico che stiamo vivendo è il risultato di secoli di sfruttamento e oppressione attraverso il colonialismo, l’estrattivismo e il capitalismo, un modello socio-economico essenzialmente difettoso che deve essere sostituito con urgenza. Un sistema in cui le nazioni ricche sono responsabili del 92% delle emissioni globali, e l’1% più ricco della popolazione mondiale è responsabile del doppio dell’inquinamento prodotto dal 50% più povero» si legge nel sito web di Fridays For Future Italia.

«Torniamo in piazza mentre nei mercati mondiali scarseggia il grano a causa della siccità fuori misura e in Ucraina si combatte l’ennesima guerra finanziata dai combustibili fossili – e in parte combattuta per il controllo dei gasdotti europei. Ora più che mai è chiaro quanto urgente sia una vera transizione ecologica» rincarano la dose le attiviste e gli attivisti bolognesi in un comunicato stampa.

Le richieste del movimento sono chiare: stop ai combustibili fossili – dall’estrazione al consumo; sblocco delle rinnovabili; basta allevamenti intensivi; rivoluzione della mobilità. Richieste che trovano una traduzione a livello locale con la netta opposizione al Passante di Mezzo, considerato un «mostro ecologico» dagli attivisti, e il no alle trivelle nell’Adriatico.

Il dato politico nuovo di questa mobilitazione è l’inedita convergenza col mondo del lavoro. Se fin dai primi climate strike nel 2019 gli studenti son stati supportati dal sindacalismo di base e parte della CgilFiom ed Flc sopratutto – è solo quest’anno che Fridays For Future ha trovato una profonda sintonia con un gruppo di lavoratori in vertenza. Parliamo degli operai della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), che dopo l’annunciata chiusura degli impianti da parte della multinazionale proprietaria hanno preparato ed annunciato un ambizioso piano di rilancio «sotto controllo operaio» che ha i suoi punti cardine nella nazionalizzazione dell’azienda e, sopratutto, nella transizione ecologica, con la creazione di un Polo per la mobilità sostenibile toscano. Una proposta che ha galvanizzato i movimenti per il clima. Gkn e Fridays For Future hanno già organizzato assieme il corteo contro il G20 dello scorso ottobre a Roma, e la convergenza prosegue in questa primavera: non solo gli operai Gkn, ma anche le rappresentanze sindacali di altre vertenze in tutto il paese hanno dato il loro sostegno allo sciopero globale per il clima del 25 marzo, mentre il giorno seguente, il 26, i ragazzi si sposteranno a Firenze per il corteo indetto proprio dalla Gkn.

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Lorenzo Tecleme