Nel giorno di avvio delle consultazioni del presidente Mattarella, gli scenari per uno sbocco allo stallo prodottosi con le elezioni del 4 marzo non sono infiniti. I veti, le preclusioni e le convenienze attuali potrebbero subire modifiche se l’unica strada possibile risulterà il ritorno alle urne. L’analisi di Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend.

Sono cominciate questa mattina le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per trovare una soluzione allo stallo prodottosi con le elezioni del 4 marzo. Mattarella ha incontrato i presidenti di Senato e Camera e il presidente emerito Napolitano, mentre nel pomeriggio incontrerà i piccoli gruppi parlamentari.
Solo domani, infatti, i “big” verranno ricevuti dal capo dello Stato e, forse, si inizierà a capire quali saranno le reali possibilità.

Ai nostri microfoni Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend, fa un’analisi degli scenari possibili. “Le combinazioni non sono infinite – osserva – Ci possono essere un governo M5S-Lega, un governo M5S-Centrodestra, oppure un appoggio del Pd al M5S, o si trova una formula di larga convergenza di tutti i partiti, oppure si torna al voto, non c’è scampo“.
L’elenco delle strade praticabili, però, si scontra con i posizionamenti, i veti e le preclusioni preventive che, nelle ultime settimane, ogni partito ha manifestato. E occorre capire a quali logiche rispondono.

Molti osservatori fanno notare a Salvini che non gli converrebbe abbandonare il centrodestra e Berlusconi per schierarci col M5S – osserva Pregliasco – D’altro canto, il veto posto da Di Maio a Forza Italia risponde a due logiche: la prima è quella di formare un governo con forze digeribili al proprio elettorato, e Berlusconi è molto lontano da ciò; la seconda è un’esigenza se vogliamo più tattica: il ruolo del M5S in un governo col centrodestra sarebbe sicuramente ridimensionato“.

La linea del Pd uscita dalla direzione, invece, rimane per il momento quella della “opposizione a prescindere“. L’intransigenza manifestata fin qui è destinata a durare? “Non ne sarei così sicuro – osserva il direttore di YouTrend – perché occorre vedere in una fase così complessa come quella attuale quanto regge la leadership, anche considerando che in questo momento nel Pd non c’è una vera leadership, ma una reggenza. Quella del Pd, inoltre, sembra essere una posizione preventiva che si scontra col fatto che non abbiamo ancora uno schema in cui si gioca”.

Occorrerà dunque attendere, anche se appare abbastanza chiaro fin da ora che tra gli attori più forti c’è poca voglia di tornare alle urne e sacrificarsi.
Alla luce di ciò è dunque possibile che, con tempi più lunghi rispetto a quanto siamo abituati – uno o due mesi – le iniziali preclusioni e posizioni espresse fin qui possano essere superate.

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