Si intitola “Concerto d’amore” l’ultimo album di Marco Rovelli e Paolo Monti, uscito lo scorso settembre, che verrà suonato domenica prossima, 19 maggio, sul palco del Circolo Arci Ribalta di Vignola.
Un lavoro che attinge nel passato per traghettarlo nel presente, in particolare nei canti d’amore della tradizione popolare italiana amati da Rovelli, ma sapientemente reinterpretati attraverso una spazializzazione del suono da Monti.

A Vignola il live di Marco Rovelli, Paolo Monti e Paola Rovai in “Concerto d’amore”

Il risultato è un album corale, non solo perché gli stessi dei brani della tradizione, di cui gli autori sono ignoti, sono stati tramandati da più voci nel corso dei decenni se non dei secoli. Ma anche perché nel disco sono molteplici le voci femminili che accompagnano Rovelli nell’interpretazione dei canti. Da Fausta Vetere della Nuova Compagnia di Canto Popolare a Mara Redeghieri (ex Ustmamò), da Angela Baraldi a Erica Boschiero, da Serena Altavilla e Paola Rovai, che nei live è la voce femminile che interpreta tutti i brani.

Un’omaggio alla tradizione popolare italiana, ma con un tocco internazionale, perché in un paio di brani le chitarre sono quelle di Lee Ranaldo dei Sonic Youth. «Dopo aver visto molti loro concerti quando avevo vent’anni – racconta Rovelli ai nostri microfoni – Ho scritto a Ranaldo mandandogli i brani, senza la speranza che mi rispondesse. In realtà ha risposto dicendo “I really like this music!” prima di mandare le tracce di chitarra».

I brani provengono dal centro-sud Italia e seguono l’unico criterio dell’aver incontrato il gusto di Rovelli. «Non per discriminare il nord, ma non ho trovato ancora canti d’amore della tradizione popolare – spiega l’artista – E poi, siccome le regole sono fatte per essere trasgredite, nell’album ci sono due brani d’autore, che quindi non sono della tradizione popolare, anche se per uno, poi attribuito a Pietro Gori, chi lo cantava non sapeva l’autore».
Nelle tracce che compongono l’album anche “Nova gelosia”, brano della tradizione napoletana ripresentato con arrangiamenti molto simili a quelli utilizzati da Fabrizio De Andrè.

Parlando di ricerca sulla musica popolare è impossibile che il discorso non vada a Giovanna Marini, scomparsa a 87 anni la settimana scorsa. Rovelli ha avuto quello che lui stesso definisce «il privilegio» di collaborarci già ai tempi di Les Anarchistes e poi in alcuni concerti. «Giovanna Marini è stata un fondamento della musica del Novecento in Italia – afferma l’artista – Le sue canzoni si nutrivano di tutta la sua conoscenza musicale colta».

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