Dal 28 aprile è disponibile su tutte le piattaforme streaming “ILLEGALE – Viaggio nella cultura urbana alternativa” il nuovo podcast del rapper calabrese Kento, che è passato ai nostri microfoni a raccontarci come mai ha scelto di raccontare il lato meno conosciuto delle città italiane dove ribolle la cultura alternativa e antifascista.

Illegale il podcast: la guida di Kento alle città italiane

Nelle nostre città ci sono dei luoghi, vicini e nascosti allo stesso tempo, in cui si sviluppano forme di cultura underground estremamente interessanti, molto spesso al di fuori dei limiti della legalità ma sempre inaspettati e creativi. Francesco Carlo, in arte Kento, rapper, scrittore e autore originario di Reggio Calabria, durante i suoi continui viaggi lungo lo stivale ha deciso di raccogliere in un podcast gli spazi dove la cultura alternativa si manifesta creando aggregazione e nuove comunità. Sei città, tre luoghi per ognuna in 18 puntate ma una sola voce e un solo sound: quello urbano inascoltato.

Abbiamo intervistato l’autore per farci raccontare come gli è venuta l’idea. Dalla musica alla poesia, dallo street food alle arti visive, ILLEGALE è una sorta una audio-guida all’Italia che non conosci ma che dovresti conoscere. In questo podcast ha cercato di mettere insieme le sfaccettature che compongono la sua vita – quella del musicista e quella dell’autore – raccontando luoghi segreti dove l’arte non convenzionale ribolle, come negli anni ’60-’70 succedeva con il movimento beat e il punk. Artisti col passamontagna che disegnano graffiti sui treni e sui muri delle stazioni, concerti Hip-Hop non autorizzati in fabbriche dismesse, nei teatri secenteschi abbandonati o nei caveaux di banche occupate. Musica fatta di scratch e contaminazioni, sfide di break dance in cui si vola veloci sul marmo sotto i portici; le voci dei quartieri che non dormono mai dove vivono gli artisti che hanno fame di cambiare le cose. Un codice espressivo ricco e distintivo, dove l’arte non è il fine a cui si tende ma un mezzo per esprimere un’esigenza di autoaffermazione personale e sociale.

Per ora sono usciti episodi dedicati a Roma, Torino e Milano, perciò gli chiediamo se può farci un piccolo spoiler se è stata programmata una sezione dedicata a Bologna: «Avrei voluto dedicare uno spazio anche a Bologna perché è una delle culle della musica rap e della cultura alternativa, oltre ad essere una città che amo. Però ho voluto dedicare spazio ad alcune città meno conosciute, come Palermo o Reggio Calabria, la mia città natale. Ma mai dire mai, se ci sarà l’occasione di fare una seconda stagione del podcast magari parlerò anche di Bolo…»

In ognuna delle sei città d’Italia scopre persone e realtà diverse in cui sono dipinte le culture e controculture urbane, e lo racconta con uno sguardo attento, rispettoso ma anche informato e pronto a raccontare l’anima della strada a chi magari la incrocia ogni giorno ma non l’ha mai capita o studiata fino in fondo.

Ad accompagnare il podcast (di cui EMONS è editore e produttore) anche un nuovo singolo dall’omonimo titolo “Illegale”, ed in contemporanea al brano c’è il videoclip realizzato dal Collettivo Neko Pan girato interamente ad Osaka, dove l’artista attraversa le strade della città giapponese.

Prima di concludere l’intervista gli chiediamo, riprendendo la sua lunga carriera di militanza politica, se secondo lui il rap nel 2023 è antifascista: «No, non lo è, perché i musicisti hanno paura di esporsi. Il rap nasce come musica nera anti razzista, e nella musica di oggi (soprattutto nel panorama rap) non si prendono posizione nette, Per me non basta non essere razzisti, bisogna essere anche antirazzisti ma soprattutto antifascisti».

ASCOLTA L’INTERVISTA A KENTO: