Si chiama “Bologna Proxima” ed è la campagna di un gruppo composto da otto associazioni cittadine che entra nella discussione in vista delle elezioni comunali del prossimo autunno ponendo otto domande a chi si candida a guidare la città.
Le domande sono stampate su manifesti che verranno appesi in città, ma si trovano anche sul sito della campagna, in modo che cittadine e cittadini possano rispondere a ciascuna domanda fornendo il proprio punto di vista, che verrà raccolto e rielaborato.

L’agenda delle associazioni per le comunali attraverso otto domande

Il gruppo di associazioni è composto da Libera, Piazza Grande, Cassero Lbtqi Center, Legambiente, Cinnica, Arci, Pensare Urbano e Salvaiciclisti. Associazioni diverse per ragione sociale, ma che spesso hanno collaborato e che ora hanno elaborato otto domande su altrettanti temi.
«Le domande vertono sui temi specifici di ogni realtà che fa parte della rete – spiega ai nostri microfoni Andrea Giagnorio di Libera – Per stimolare il dialogo in città abbiamo formulato otto domande in cui cerchiamo di rendere i temi polarizzanti, quindi chiediamo alle persone di schierarsi. Schierandosi, però, poi ci si riflette».

Le domande sono: “La sicurezza è una questione di ordine pubblico o di contrasto alle mafie?”; oppure “Una Bologna che educa al pensiero unico o alle differenze?”; e ancora: “I bambini che giocano nei cortili condominiali: una rottura di scatole o un diritto?”, o “In un’area dismessa un altro grande supermercato o uno spazio verde per la collettività?”, “La strada è delle auto o delle persone?”; “Degrado è una tag su un muro o uno spazio culturale che chiude?”, “Una persona che vive in strada: degrado urbano o disuguaglianza?”, “Una città da abitare o una città da mangiare?”.

Tra le righe delle questioni poste sono contenute velate critiche alla gestione amministrativa degli ultimi anni, evidenziando retoriche o politiche che hanno contraddistinto il centrosinistra con approcci e retoriche analoghe alla destra.
Un esempio riguarda il cosiddetto Daspo urbano, una misura di allontanamento di persone senza fissa dimora dal centro urbano poiché minaccia per il “decoro” della città. La misura era contenuta all’interno del Decreto Minniti e anche Bologna vi ha fatto ricorso. A posteriori, l’assessore comunale alla Sicurezza Alberto Aitini ammise che era del tutto inefficace. Oggi, dunque, si chiede se le persone che vivono in strada sono sintomo di degrado o di disuguaglianza.

Da giovedì 17 giugno i manifesti di “Bologna Proxima” saranno appesi anche nelle bacheche in giro per la città e, da fine giugno, la campagna entrerà anche in una seconda fase, quella in cui le associazioni presenteranno le loro idee per la città.
Ma come è stato il dibattito elettorale fino a questo momento? «A livello personale – osserva Giagnorio – penso che delle proposte interessanti siano state fatte, quindi è bene concentrarsi sui temi che interessano ai cittadini e meno sui nomi o sulle polemiche».

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANDREA GIAGNORIO: