Si è svolto ieri sera al Centro Sociale della Pace l’incontro “Bozze da Orbi – Come sta chi lavora in editoria?”. L’incontro, promosso da Radio Città Fujiko all’interno della campagna abbonamenti, ha visto la partecipazione di Silvia Gola di Redacta e Alice Facchini, giornalista freelance che collabora con Irpi Media, moderate da Anna Uras.
Il focus della serata era concentrato sulle condizioni di lavoro nel settore editoriale, in particolare nel giornalismo e nell’editoria libraria, e l’obiettivo era valutare lo stato di salute economica e psicologica degli operatori e delle operatrici del settore.

Salute mentale nel giornalismo e paghe basse nell’editoria: i risultati dei sondaggi

Nel corso della serata sono stati anticipati alcuni risultati di due sondaggi realizzati proprio per capire le condizioni di chi lavora in editoria. “Vale davvero la pena lavorare in editoria?” è il titolo del sondaggio di Redacta, che ha indagato il trattamento economico, le forme contrattuali e altri aspetti di chi lavora nell’editoria libraria. L’indagine di Alice Facchini per Irpi Media, dal titolo “I rischi per la salute mentale dei giornalisti in Italia”, indaga invece gli impatti psicologici della professione giornalistica, in particolare in quel segmento molto ampio di lavoro precario.

Il quadro che emerge dall’incrocio dei risultati dei due sondaggi è che il settore editoriale è contraddistinto da grande precarietà, paghe basse e altri elementi che minano il benessere psicofisico e la stabilità economica di chi lavora in editoria. Spesso, infatti, chi opera nel settore è costretto allo “slash working”, cioè a svolgere più professioni diverse o simili tra loro per garantirsi un sostentamento adeguato.
Lo stress, l’ansia e talora anche la depressione, in particolare nel giornalismo, sono disturbi psicologici assai frequenti, determinati soprattutto da precarietà, paghe basse e ritmi di lavoro frenetici.

Qualcosa però sta cambiando, in particolare nel settore dell’editoria libraria. Grazie proprio a Redacta, nata qualche anno fa, è in corso una sindacalizzazione dal basso di lavoratrici e lavoratori che, per la tipologia di lavoro che svolgono, spesso svolto in modo isolato rispetto a chi fa lo stesso mestiere, finora hanno faticato a fare massa critica.

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