I farmaci arrivano nelle nostre case ben confezionati e integri grazie a particolari involucri pensati proprio per proteggerli. Quella che potrebbe sembrare una considerazione ovvia, in realtà, cela un settore molto complesso in quanto opera con merci delicate. È conosciuto come packaging farmaceutico e riguarda le norme di conservazione del farmaco che comprendono una serie di criteri, standard e controlli qualità piuttosto rigidi. Il ciclo di buona conservazione del farmaco, tuttavia, non riguarda il solo buon confezionamento ma anche le modalità di trasporto e approvvigionamento. Come vedremo, la confezione assolve alla funzione di protezione primaria e secondaria del farmaco mentre il resto spetta a chi lo maneggerà dal trasporto alla somministrazione.
Cosa si intende per packaging farmaceutico?
Un packaging farmaceutico si distingue innanzitutto per primario o secondario, a seconda che si tratti degli involucri a diretto contatto con il farmaco o di quelli esterni, dal momento che hanno finalità e scopri differenti. Nel caso dei packaging primari, infatti, si parlerà di bustine, blister e contenitori di qualsiasi sorta per raccogliere il farmaco e proteggerne il principio attivo. Quelli secondari, invece, sono quelli che proteggono il packaging primario e rendono il farmaco identificabile. In entrambi i casi i packaging riportano sempre precise informazioni e sono pensati per agevolare la conservazione durante tutto il trasporto, dalla produzione alla consegna al cliente.
Quali sono le norme vigenti?
Le norme vigenti prevedono una serie di certificazioni, di controlli di qualità e di criteri per la diffusione ed il trasporto piuttosto complessi. Il motivo risiede nel fatto per cui ogni farmaco possiede precise caratteristiche e la protezione dei principi attivi non dipende solo dal packaging primario e secondario ma anche da tutta una serie di fattori. Per esempio i tempi di deperimento, la temperatura ottimale di conservazione, l’urgenza o il tipo di viaggio che il farmaco compirà sono solo alcuni degli aspetti che gli esperti valutano nel limiti di cosa è ammesso dalla legge.
Il farmaco deve anche essere facilmente rintracciabile e, per questo, deve riportare la data di scadenza e il lotto di produzione sia sul packaging primario che su quello secondario. Oltre a proteggere il farmaco, infatti, ci sono precise norme su come le informazioni devono essere fornite al consumatore finale e queste riguardano certamente anche confezioni e involucri.
Impegni sfide per il settore del packaging
Le aziende oggi sono impegnate in una difficile transizione che guardi al futuro delle generazioni che verranno e alla necessità di dare il proprio contributo per proteggere le risorse della terra. Per questo la sfida che si pone oggi è quella di migliorare la sostenibilità degli involucri intervenendo sulla facilità di poterlo riutilizzare abbattendo i costi di produzione. Il tutto dovrà essere inserito in un circolo di buone abitudini che riguarda la cura dell’utilizzatore finale e la qualità informativa delle campagne di sensibilizzazione. La sfida più grande per chi produce packaging così delicati è proprio quella di impattare meno sull’ambiente senza privare il farmaco della protezione di cui ha bisogno.