In questi anni, Bologna ha subito profonde trasformazioni economiche e sociali che hanno contribuito ad allargare le fratture presenti all’interno della nostra società.
Dalla riconfigurazione dell’economia cittadina basata sui servizi, all’esplosione della questione abitativa e all’impennata del prezzo degli affitti e dell’inflazione.
Dalla sempre maggiore diffusione della precarietà nel lavoro, alla maggiore difficoltà di accesso ai servizi pubblici come sanità, trasporti, istruzione. Servizi che rischiano, di anno in anno, sempre maggiori tagli e i cui addetti da tempo aspettano il rinnovo dei contratti collettivi nazionali.
Nel contempo, la pandemia di Covid 19 ha reso evidente il ruolo centrale della cura e dei servizi pubblici come elementi imprescindibili per gli equilibri di una società che presenta sempre maggiori fragilità e nuove forme di povertà ed emarginazione sociale, oltre che una popolazione sempre più anziana. Da questo punto di vista, la recente pandemia ha scoperchiato la realtà di un lavoro spesso non riconosciuto, invisibilizzato e non retribuito oltre che esternalizzato, che grava per gran parte sulle spalle delle donne.
Cgil di Bologna ed Imola, Arci Bologna, Piazza Grande, Link-Studenti indipendenti e Rete degli universitari-Udu Bologna, e grazie al lavoro dell’Ires Emilia-Romagna, hanno scelto di proporre alla città un’inchiesta sociale dal basso, pubblica e volta a comporre una fotografia istantanea della Bologna che cambia, e al tempo stesso costruire un punto di vista alternativo e indipendente sulle trasformazioni della città.
Per difendere la città del lavoro, dei servizi pubblici, della cura e della conoscenza. Per resistere alla crescita delle diseguaglianze, alla speculazione e alla rendita.
Per partecipare si puo andare su www.cgilbo.it, e compilare l’inchiesta